
Lo storione cobice, anche conosciuto come storione dell’Adriatico (Acipenser naccarii), torna protagonista dei nostri fiumi, dopo essere scomparso a causa di inquinamento e sbarramenti. Grazie a un progetto guidato dall’Acquario di Cattolica e da quello Oltremare di Riccione, coordinati dall’Università di Bologna, sono stati reintrodotti nei fiumi del Nord Italia 4.900 esemplari in 10 anni. La notizia è stata data in occasione del primo Convegno Nazionale dell’Unione Italiana Giardini Zoologici e Acquari, che si è tenuto ad Assisi dal 9 all’11 ottobre.
Le due strutture, unite al lavoro dei ricercatori dell’Ateneo guidati da Oliviero Mordenti, hanno rappresentato un ponte tra ricerca scientifica e pubblico e hanno permesso allo storione dell’Adriatico di riconquistare gli spazi perduti: in particolare, le vasche di Riccione ospitano uno dei nuclei principali di storioni destinati alla riproduzione e all’allevamento giovanile, mentre l’Acquario di Cattolica si occupa di educazione ambientale e divulgazione.
I quasi 5mila esemplari sono stati rilasciati nei fiumi Reno, Bevano e Savio, nella laguna Pialassa della Baiona e nell’area meridionale del
Delta del Po. «Gli acquari hanno sempre più insita nel loro operato la vocazione per la ricerca, la conservazione e la sensibilizzazione», afferma Patrizia Leardini, direttore operativo di Costa Edutainment che gestisce diverse strutture italiane, tra le quali anche i due acquari romagnoli. «Collaborare con l’Università di Bologna è stata ed è una bellissima occasione per rispondere a questa vocazione, mettendo a disposizione la competenza e le strutture che abbiamo», ha aggiunto.
Il 3 ottobre, a Padova, è anche partito il progetto europeo LIFE-RESTORE – Recovery of Endangered Sturgeons Through Optimized Restocking Efforts, dedicato alla tutela dello storione cobice. Gli storioni rappresentano oggi il gruppo di specie ittiche più minacciato al mondo: delle 26 esistenti, tutte sono considerate a rischio di estinzione, principalmente a causa della pesca intensiva per la produzione di caviale e della perdita di habitat. Il progetto, finanziato dal programma Life della Commissione Europea, ha una durata di 6 anni e un budget complessivo di oltre 10 milioni di euro e prevede interventi concreti di riproduzione, allevamento, reintroduzione in natura e tutela degli habitat fluviali. Sono previste inoltre azioni di monitoraggio scientifico, campagne di coinvolgimento pubblico e l’elaborazione di strategie di conservazione coordinate e condivise di lungo termine, oltre al rilascio di oltre 70mila individui in tutti i fiumi dell’areale originale.
14 ottobre 2025 ( modifica il 14 ottobre 2025 | 12:23)
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