
PARIGI Lo scrittore franco-algerino Boualem Sansal imprigionato in Algeria è stato condannato in appello a cinque anni di carcere per «attentato all’unità nazionale dell’Algeria», «oltraggio alle istituzioni», «pratiche dannose per l’economia nazionale» e «detenzione di video e pubblicazioni che minacciano la sicurezza e la stabilità del Paese».
La Corte d’appello di Algeri ha così confermato il verdetto di primo grado. «Avete otto giorni di tempo per presentare ricorso in Cassazione», ha dichiarato in francese la presidente della giuria rivolgendosi a Boualem Sansal, dopo aver letto il verdetto in arabo. A questo proposito, il nuovo avvocato francese dello scrittore, Pierre Cornut-Gentille, ha detto che «devo andare a trovare il mio cliente per discutere con lui di un eventuale ricorso».
Secondo l’avvocato, Boualem Sansal, ottantenne e affetto da cancro alla prostata, si trova in buone condizioni di salute. Lo scrittore franco-algerino era stato condannato il 27 marzo a cinque anni di reclusione in primo grado, in particolare per alcune dichiarazioni rilasciate nell’ottobre 2024 al media francese giudicato vicino all’estrema destra Frontières, in cui sosteneva che l’Algeria avesse ereditato dalla colonizzazione francese territori che dovrebbero appartenere in realtà al Marocco.
Il primo ministro francese François Bayrou, in margine a un incontro al ministero dell’Interno per affrontare l’emergenza caldo, ha detto di sperare in «misure di clemenza» da parte del presidente algerino Abdelmadjid Tebboune, che in questi mesi è rimasto in contatto con il presidente francese Emmanuel Macron. «La situazione in cui versa Boualem Sansal è inaccettabile per tutti i francesi e per il governo francese – ha aggiunto il premier Bayrou -. Ora che è stata emessa la sentenza, è lecito sperare che vengano prese misure di clemenza, soprattutto in considerazione delle condizioni di salute del nostro connazionale. So che tutte le autorità esecutive, dal presidente della Repubblica al governo, stanno agendo in questo senso affinché l’umanità prevalga», ha aggiunto il premier.
Il ministro dell’Interno Bruno Retailleau, che aveva difeso una «risposta graduale» nei confronti dell’Algeria in questo caso, ha affermato al fianco del primo ministro di non voler «sprecare alcuna possibilità, in particolare entro la fine della settimana, affinché Boualem Sansal possa essere liberato».
Lo scrittore è oggetto di un duro contrasto diplomatico tra l’Algeria e la Francia dal suo arresto ad Algeri il 16 novembre 2024. Il comitato di sostegno a Sansal in Francia ha da subito denunciato che lo scrittore sia rimasto vittima di una forma di rappresaglia del regime di Algeri nei confronti della Francia, che nel luglio 2024 ha riconosciuto il piano di autonomia per il Sahara occidentale «sotto la sovranità del Marocco», schierandosi dalla parte di Rabat contro Algeri a proposito del territorio conteso da mezzo secolo (da una parte il Marocco, dall’altro gli indipendentisti del Fronte polisario sostenuti dall’Algeria).
Boualem Sansal, che vive in Francia per molti mesi l’anno e ha la doppia nazionalità, ha fatto le spese del clima di tensione politica tra Francia e Algeria e nel novembre scorso è stato arrestato appena atterrato all’aeroporto di Algeri. È diventato un simbolo del contrasto tra i due Paesi, ma visto che il problema è politico, anche la soluzione potrebbe essere politica: il premier Bayrou e le autorità francesi si attendono una grazia del presidente algerino Tebboune magari in occasione della Festa dell’indipendenza dell’Algeria, sabato 5 luglio.
Un provvedimento di grazia che nella migliore delle ipotesi potrebbe riguardare anche un altro cittadino francese, Christophe Gleizes, giornalista sportivo, condannato a sette anni di reclusione in Algeria per «apologia del terrorismo», secondo quanto annunciato domenica 29 giugno da Reporters sans frontières (RSF) e dal suo datore di lavoro, il gruppo So Press, che hanno denunciato una sentenza «ingiusta». Giornalista indipendente di 36 anni, collaboratore delle riviste So Foot e Society appartenenti al gruppo So Press, Christophe Gleizes è entrato in Algeria nel maggio 2024 per un servizio sul club della «Jeunesse sportive de Kabylie». Secondo RSF, è stato arrestato il 28 maggio 2024 a Tizi Ouzou «per essere entrato nel paese con un visto turistico e per apologia del terrorismo». In sostanza gli si rimproverano i contatti con il club sportivo, giudicato vicino al movimento indipendentista della Kabylie.
1 luglio 2025 ( modifica il 1 luglio 2025 | 13:17)
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