
Un coleottero delle specie Morimus Asper è di vedetta sulla corteccia ricoperta di muschio di un tronco d’albero abbattuto e punta lo sguardo verso l’orizzonte. Ma ciò che vede non è l’immensità o la poesia di un paesaggio, ma la sagoma sfocata arancione di un pesante macchinario utilizzato per il disboscamento. È questa una delle foto vincitrici del Wildlife Photographer of the Year e a scattarla è stato un Italiano, Andrea Dominizi, che si aggiudica dunque il riconoscimento di «fotografo naturalista dell’anno» nella categoria dei giovani. Con lui è stato premiato, per la categoria adulti, a Wim van den Heever per la sua foto di una iena bruna ritratta nella notte nella città abbandonata di Kolmanskop, in Namibia.Â
Lo scatto del giovane fotografo italiano, intitolato «Dopo la distruzione», è stato scelto perché quell’immagine racconta due storie: «Quella dell’imminente distruzione naturale causata dall’intervento umano, contro la quale le creature più piccole non hanno scampo: e quella della speranza e della resilienza». Quest’ultima è frutto della scelta tecnica di Dominizi che ha tagliato diagonalmente l’inquadratura tenendo lo scarabeo perfettamente a fuoco nell’angolo in basso a sinistra e il «nemico», ovvero l’escavatore, sfuocato nell’angolo opposto. La composizione fa apparire l’insetto grande quanto il macchinario e il messaggio che si può leggere è che la natura ha in sé la forza per resistere. Nella fattispecie il luogo in cui la foto è stata catturata è una radura dei Monti Lepini, in un’area disboscata per ricavare faggi.Â
La foto vincitrice della categoria principale, «Ghost Town Visitor», il visitatore della città fantasma, rappresenta invece una iena che guarda nella direzione dell’obiettivo avendo alle spalle un grosso edificio semidistrutto. Uno scatto per certi versi inquietante, che ricorda le immagini degli animali che si sono impossessati della zona di Chernobyl abbandonata dagli uomini dopo l’incidente alla centrale nucleare del 1986. Questa foto ha vinto anche la categoria «Urban Wildlife».Â
«Un tempo era un ambiente dominato dall’uomo, ma non lo è più – spiega Kathy Moran, presidente della giuria del Wildlife Photographer of the Year -. Abbandonato dai minatori, la fauna selvatica ne ha preso il sopravvento. Ripopolato, se vogliamo. È ancora una città ? A me sembrerebbe di sì, ma non è più nostra». I giudici hanno inoltre sottolineato come da quell’immagine emergano le qualità necessarie per diventare un fotografo naturalista di successo: curiosità , pazienza e talento e perseveranza, considerando che l’autore ha dedicato 10 anni di appostamenti per ottenere la straordinaria fotografia.
15 ottobre 2025 ( modifica il 15 ottobre 2025 | 13:00)
© RIPRODUZIONE RISERVATA