
DAL NOSTRO INVIATO
CHARLOTTE Immagina di essere il capitano di una squadra che si gioca i quarti di un Mondiale per club, una partita che vale 12,5 milioni netti. E di aver solo sfiorato gli altri quattro obiettivi stagionali. Ti svegli, dai una scorsa ai social e vedi Calhanoglu che manda la foto da una spiaggia, dopo che nei giorni precedenti era comparso accanto a un suo amico e poi al suo barbiere, lanciando — o facendo lanciare — messaggi criptici sul suo sbarco al Galatasaray. Chissà se c’è anche queste tra «le tante cose che non mi sono piaciute» a cui si è riferito Lautaro dopo l’uscita dell’Inter contro il Fluminense agli ottavi (2-0 a Charlotte).
«Fa male perché questo era l’ultimo obiettivo che avevamo con la poca forza che c’era rimasta — ha detto il capitano nerazzurro —: abbiamo messo il cuore, io ho lasciato tutto. Dispiace tanto e voglio dire una cosa: qua bisogna voler restare, stiamo lottando per obiettivi importanti. Il messaggio è chiaro, chi vuole restare sta, chi vuole andare via vada via. Non faccio nomi, ma ho visto tante cose che non mi sono piaciute, come capitano anche se c’è il mister prima. Io sono così, voglio lottare per obiettivi, siamo una squadra importante, voglio continuare così. Il messaggio è chiaro, chi non vuole restare, arrivederci. Mi riferisco in generale».
Il riferimento a Calhanoglu è chiaro, ma è il presidente Marotta a fare nomi e cognomi e anche a spiegare meglio la situazione, che è complicata perché se il turco-tedesco vuole provare l’esperienza di giocare nella patria dei suoi genitori e nel «suo» Galatasaray, è vero anche che ha un contratto che scade tra due anni, che i turchi non amano pagare tanto i cartellini e che sotto i 25 milioni l’Inter non ha intenzione di scendere: «Il commento di Lautaro è emozionante e significativo del ruolo di capitano, che deve coordinare la volontà della squadra a dare il massimo e perseguire un valore importante come il senso di appartenenza — spiega Marotta —. Cose che abbiamo sempre detto: quando un giocatore vorrà andare via, la porta sarà spalancata. Questo discorso può essere riferito a Calhanoglu, lo dico io. Ma non serve tirare la croce su Calhanoglu, con lui non abbiamo parlato in modo esplicito. Ne parleremo nelle prossime settimane. Se ci sarà la possibilità di scegliere due strade diverse lo faremo. Per adesso non ci sono i presupposti per separarci, se ci saranno lo faremo senza problemi».
Ma anche senza subire danni economici — al di là dello stipendio da 6,5 netti per altri due anni che l’Inter risparmierebbe —, perché poi bisogna trovare un sostituto all’altezza. E con la nuova politica dei giovani voluta da Oaktree non è semplice trovare l’equilibrio giusto fra prezzo e qualità: rivoluzioni non ce ne saranno, ma nonostante un mercato di giugno già ricco con gli arrivi di Luis Henrique (24 milioni), Sucic (14), Bonny (24 più 2 di bonus), il riscatto di Zalewski (6,5) e l’esplosione di Pio Esposito, per l’Inter sarà un’estate calda.
1 luglio 2025
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