Home / Politica / L’ipotesi Roma per il vertice Trump-Putin e il nodo della Corte penale internazionale. Poi l’annuncio di The Donald: «Ci vediamo in Alaska»

L’ipotesi Roma per il vertice Trump-Putin e il nodo della Corte penale internazionale. Poi l’annuncio di The Donald: «Ci vediamo in Alaska»

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ROMA – Alla fine, alle sei del pomeriggio americane dell’8 agosto, dopo una giornata di previsioni, illazioni e contatti internazionali fra diversi attori, è lo stesso presidente degli Stati Uniti a togliere tutti dall’incertezza: il suo incontro con Putin si terrà il 15 agosto e si svolgerà in Alaska. E’ ancora troppo presto per rivelare anche l’esatta location, ma intanto viene messo un punto fermo.

Donald Trump lo aveva dichiarato subito dopo il rientro da Mosca del suo inviato speciale Steve Witkoff, due giorni fa. «C’è una buona probabilità che ci sia un incontro tra me e Putin molto presto», aveva detto ai giornalisti alla Casa Bianca. Ieri è arrivata la conferma, dai media sia americani che russi. L’incontro tra il leader russo e il capo della Casa Bianca «è previsto per la fine della prossima settimana», hanno prima di altri riportato Sky News, citando un alto funzionario della Casa Bianca e la Tass, tramite una fonte di Mosca. 

Ma la possibilità che l’incontro fra i due capi di Stato possa rappresentare una svolta ha avuto per buona parte della giornata anche un corollario italiano. In una telefonata diretta a Giorgia Meloni, il presidente americano, venerdì sera, aveva suggerito addirittura Roma come possibile sede di un confronto diplomatico con Putin, il primo faccia a faccia da quando il capo della Casa Bianca è stato eletto. E in questo caso, rilanciato ieri mattina da Fox News, non c’è stata una smentita del governo italiano, per il quale secondo il diritto internazionale il capo del Cremlino è un ricercato internazionale e andrebbe arrestato se mettesse piede sul suolo italiano, ma solo da parte della Russia, tramite la Tass, che a metà giornata prevedeva un incontro fra Putin e Trump in un Paese terzo, forse arabo, comunque lontano dai principali Stati della Ue.

Prima che Trump intervenisse sui social, parlando anche di possibili scambi di territori fra Ucraina e Russia, l’incontro tra i due leader – dopo 6 anni dall’ultimo bilaterale in Giappone – veniva giudicato possibile in diversi Stati e città. Le possibilità includevano Emirati Arabi Uniti, Ungheria, Turchia e Svizzera. Mentre l’ipotesi italiana sfumava con il passare delle ore, nonostante le indiscrezioni di Fox News, tv vicina alla Casa Bianca, e nonostante le ipotesi includessero anche il Vaticano nel ventaglio delle possibilità, per un incontro che invece avrebbe avuto la possibilità di svolgersi secondo le norme internazionali, visto che esiste un accordo fra Roma e Santa Sede sulla garanzia di un corridoio diplomatico per i capi di Stato che vogliono andare in Vaticano. 

In ogni caso le Cancellerie europee, compreso Palazzo Chigi, sono al lavoro per la messa a terrà di un vertice che possa avvicinare la conclusione della guerra in Ucraina. Ed è significativo, secondo diversi organi di stampa e media, non smentiti da Palazzo Chigi, che Meloni si sia dimostrata disponibile di fronte al desiderio del capo dello Stato americano, come se un bene politico superiore, un’eventuale tregua, facesse premio anche sulle regole dei Trattati sottoscritti dal nostro Paese, compreso quello quello che riguarda la Corte penale internazionale, che su Putin ha emesso un mandato di cattura per crimini di guerra. 

Non si segnalano dichiarazioni del presidente ucraino. Zelensky aveva più volte chiesto che al vertice potesse partecipare anche lui, ma sulla questione Putin ieri è stato chiaro: «Ancora non ci sono le condizioni». E sul tema è intervenuto anche Trump: «No, non è indispensabile che Putin incontri Zelensky affinché io accetti un faccia a faccia con il leader del Cremlino». 


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9 agosto 2025

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