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L’India da Rio a Trieste. Un’altra Via della Seta

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Federico Rampini / CorriereTv

C’è un’altra superpotenza emergente che contende alla Cina l’egemonia sul grande Sud globale, è l’India. Lo si è visto, ad esempio, all’ultimo vertice dei BRICS. I BRICS originariamente erano il club di Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica. Si stanno allargando da cinque membri iniziali, sono già saliti a dieci e altri ancora sono in coda per essere ammessi in questo club, che è un po’ l’alternativa geopolitica rispetto al G7 guidato dall’America e dall’Occidente.

L’ultimo vertice dei BRICS che si è tenuto di recente a Rio de Janeiro sotto la presidenza brasiliana, ha visto l‘assenza del presidente cinese XI Jinping, a quanto pare piccato perché l’ospite d’onore in quel caso era Narendra Modi, premier indiano, e a lui era dedicata la grande cena celebrativa ufficiale offerta dal presidente brasiliano Lula. E l‘India ne ha approfittato per firmare un accordo di cooperazione economica col Brasile del valore di 20 miliardi.

L’India è interessante, naturalmente non può competere con la Cina come dimensione del PIL, anche se probabilmente quest’anno sorpasserà la Germania ha superato la Cina come popolazione. Soprattutto ha una demografia più giovane, quindi una forza lavoro più giovane non soggetta all’invecchiamento demografico della Cina, è il paese che si candida con successo ad accogliere più investimenti occidentali che riducono il rischio Cina, spostano attività dalla Cina verso altri mercati. È il caso ad esempio di Apple, ma anche Samsung, per l’assemblaggio di prodotti elettronici, telefonini. L’India ce la ritroviamo anche in Italia. È un caso molto interessante. Sono stato di recente a Trieste. Forse ricorderete che il porto di Trieste era concupito dai cinesi all’epoca in cui l’Italia ancora era un membro delle cosiddette nuove vie della seta, perché il governo Conte aveva firmato memorandum d’intesa, la cosiddetta  Belt and Road Initiative, l’iniziativa Strade e cintura che rappresenta quel grande, vasto, grandioso, ambizioso piano cinese di costruzione di infrastrutture nel mondo intero per legare a sé i propri mercati di sbocco. Ma l’Italia non è più membro di quella progetto cinese e in compenso si sta facendo strada un progetto alternativo, il cosiddetto Corridoio IMC, che dovrebbe collegare il porto di Trieste insieme ad altri porti europei con India e Medio Oriente, cioè passando attraverso Medio Oriente, arrivare fino in India.

Quindi attenzione a non sottovalutare l’elefante indiano nella sua gara con il dragone cinese.

11 luglio 2025

© RIPRODUZIONE RISERVATA

11 luglio 2025

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