
PARIGI La Francia è il nuovo malato d’Europa? «No», risponde con fermezza il 39enne ministro (dimissionario) per l’Europa, Benjamin Haddad. «La situazione che viviamo oggi è in realtà ciò che molti dei nostri vicini europei conoscono da anni: sono abituati a cercare compromessi. Noi, invece, siamo abituati ad avere maggioranze assolute. E adesso, in un certo senso, la Francia si normalizza, poiché tutti i nostri vicini — l’Italia, la Germania, ma anche i Paesi Bassi, la Spagna — hanno governi di coalizione. Accanto a questo, resta la continuità dello Stato, incarnata da Emmanuel Macron, presidente della Repubblica da otto anni, e fino al 2027».
Ci sono però le preoccupazioni sull’economia francese, e proprio il premier dimissionario Bayrou lo ha ricordato nel suo ultimo discorso. La Francia sarà in grado di mantenere i suoi impegni internazionali?
«Partiamo dai dati economici. Abbiamo il tasso di disoccupazione più basso degli ultimi quarant’anni. Stiamo ancora crescendo, in un clima economico internazionale molto incerto. E la Francia è il Paese più attraente d’Europa
quanto agli investimenti esteri grazie alla politica condotta dal 2017: lo si è visto con successi come l’AI Summit o Choose France, ad esempio, qualche mese fa. D’altra parte, sì, dobbiamo ridurre il nostro debito e quindi la nostra spesa pubblica. È per questo che i negoziati sul prossimo bilancio saranno così importanti».
La frase di Bayrou sull’Italia che praticherebbe un «dumping fiscale» ha provocato le reazioni del governo italiano. Non è controproducente, in questi tempi difficili, dare adito a dispute tra alleati invece di cercare
l’unità?
«Sì, abbiamo bisogno di unità, e non voglio polemiche con il governo italiano o con l’Italia. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e
la presidente del Consiglio Giorgia Meloni intrattengono un rapporto di fiducia e di rispetto; lavorano a stretto contatto sull’Ucraina e sul sostegno all’industria europea. Tutti conoscono i legami molto forti che uniscono i nostri due Paesi. Bisogna continuare a rafforzarli».
Tra le prossime tappe c’è anche, il 12 settembre, la nota dell’agenzia di rating Fitch. I mercati potrebbero accelerare la crisi?
«Non voglio speculare sulla decisione della agenzia di rating. Ne prenderemo atto, come avviene ogni volta. Ho piena fiducia nella solidità della nostra economia e vorrei ricordare che gli investimenti continuano ad affluire in Francia in settori assolutamente importanti per la nostra sovranità. Abbiamo un Paese in crescita, e una forza lavoro altamente qualificata».
Il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha anch’egli detto di essere preoccupato per l’instabilità. Può rassicurarlo?
«So che è un francofono amico della Francia. Il garante della continuità delle nostre istituzioni è il presidente della Repubblica. La settimana scorsa ha accolto a Parigi la coalizione dei Volenterosi in sostegno all’Ucraina, in una
riunione alla quale la presidente Meloni ha partecipato in videoconferenza. Continueremo certamente a portare avanti questa ambizione e a lavorare in tal senso con i nostri partner italiani».
Ma, appunto, a proposito della coalizione dei Volenterosi, le difficoltà economiche e politiche della Francia non la rendono meno credibile sul piano internazionale?
«La Francia sarà sempre al fianco dell’Ucraina. Durante i due mandati di Macron, avremo raddoppiato il bilancio della difesa della Francia. E
abbiamo previsto di aumentare ancora, come ha ricordato il ministro della Difesa Sébastien Lecornu (in serata nominato premier, ndr). Si tratta peraltro di un’iniziativa sostenuta da tutte le forze politiche democratiche del nostro Paese. La settimana scorsa il leader del Partito socialista, Olivier Faure, ha dichiarato di sostenere la nostra azione sulle garanzie di sicurezza in Ucraina. Chi incarna questa via, chi l’ha tracciata, è il presidente Macron. E io stesso andrò in Ucraina questa settimana, proprio per trasmettere questo messaggio alle autorità ucraine».
C’è però il Rassemblement national di Marine Le Pen che vuole il ritorno alle urne, e ha una posizione internazionale più vicina alla Russia, come il suo alleato italiano, la Lega di Matteo Salvini, che fa parte della coalizione a Roma. La crisi francese potrebbe rimettere in discussione le alleanze?
«Al di là del gioco politico, i francesi sostengono l’Ucraina. Vedono bene che in questa guerra vi è un aggredito e un aggressore, e che, al di là della
questione ucraina, è in gioco la sicurezza dell’Europa, dunque della Francia. Ma poi ci sono quelli come il Rn, e tutti i partiti populisti di estrema
destra, che mirano a indebolire la nostra Europa puntando al caos. Questo fa il gioco delle potenze straniere».
Che cosa accadrà nei prossimi giorni?
«Avremo bisogno di lavorare con le forze democratiche all’Assemblea nazionale, e di trovare un compromesso. Come fanno i nostri vicini».
10 settembre 2025 ( modifica il 10 settembre 2025 | 09:37)
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