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L’Europa reagisce al «piano» sull’Ucraina di Usa e Russia: «Dobbiamo essere a bordo». E Parigi: «Non può essere una capitolazione»

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«Noi sosteniamo una pace che sia giusta e duratura ma a ogni piano, per funzionare, serve che l’Europa e l’Ucraina siano a bordo»: così l’alta rappresentante Ue per gli affari esteri Kaja Kallas ha commentato il piano Usa per l’Ucraina. «C’è un aggressore e una vittima: non sentiamo concessioni da parte della Russia, come ad esempio una tregua incondizionata, dato che le bombe cadono ancora sui civili». E il ministro degli Esteri francese Jean-Noel Barrot parla di «capitolazione», inaccettabile: «gli ucraini, che lottano eroicamente da tre anni, rifiuteranno ogni tipo di capitolazione. Serve partire da una tregua sulla linea di contatto, per poi arrivare ai negoziati, anche sui territori, l’unico che rifiuta è Putin». Barrot ha anche sottolineato che tra i lavori in agenda oggi c’è «il lavoro sul ventesimo pacchetto di sanzioni, che speriamo venga completato entro la fine dell’anno».

Arrivano da Bruxelles, dove oggi si riunisce il Consiglio per gli Affari Esteri, le reazioni dell’Europa tagliata fuori dal «piano di pace» di Putin e Trump in 28 punti. 

«Sono solo indiscrezioni giornalistiche, è difficile commentare indiscrezioni giornalistiche», taglia corto il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani sul «piano» in 28 punti. «Quando sarà presentato faremo un’analisi approfondita. Come è sempre stato detto, l’Europa dovrà svolgere anch’essa un suo ruolo». Anche perché «l’Ucraina rappresenta anche una barriera di sicurezza per l’Europa: se cade l’Ucraina aumentano i rischi per l’Europa e questo non possiamo assolutamente accettarlo né permetterlo». 

«Apprezziamo gli sforzi di pace, ma l’Europa è il partner principale, il sostenitore principale dell’Ucraina, ed è la sicurezza dell’Europa ad essere in gioco. Quindi ci aspettiamo di essere consultati». Lo ha detto il ministro polacco degli Esteri Radosław Sikorski, sempre a Bruxelles.  «Spero – ha aggiunto – che non sia la vittima a subire restrizioni alla sua capacità di difendersi, ma che sia l’aggressore a vedere limitato il proprio potenziale aggressivo».

Infine vengono critiche anche all’Europa dai Paesi scandinavi. Il ministro degli esteri della Danimarca, Paese che ha la presidenza di turno della Ue, Lokke Rasmussen, ha ricordato la necessità di maggior rigore sulle sanzioni. «L’unico problema rimane Putin. Dovremmo evitare qualsiasi situazione in cui iniziamo effettivamente a cedere alle sue richieste», ha aggiunto. «L’economia russa è molto debole. Se continuiamo con le nostre sanzioni, e credo che dovremmo discuterne anche oggi, potremmo, ad esempio per quanto riguarda la flotta ombra, creare un sistema più efficiente in cui aumentiamo l’elenco automaticamente e non legato al diciannovesimo o al ventesimo pacchetto di sanzioni». 

Ancora più dura è la sua omologa svedese Maria Malmer Stenegard. «Dall’invasione su vasta scala, i paesi europei e l’Europa hanno sostenuto l’Ucraina con 187 miliardi di euro. Nello stesso periodo abbiamo importato petrolio e gas dalla Russia per un importo di 201 miliardi di euro, e se si aggiungono le altre importazioni, il totale è di 311 miliardi di euro, il che significa che finiamo con un sostegno negativo all’Ucraina di 124 miliardi di euro. Questo non è altro che una vergogna». E ha insistito: «Ora tutti parlano di colloqui di pace, ma non ci saranno colloqui di pace ragionevoli se non aumentiamo il sostegno all’Ucraina e la pressione sulla Russia. Un ottimo inizio sarebbe quello di utilizzare i beni congelati a beneficio dell’Ucraina». Altro vasto programma. 

20 novembre 2025 ( modifica il 20 novembre 2025 | 11:05)

20 novembre 2025 ( modifica il 20 novembre 2025 | 11:05)

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