
Curare le persone rimaste paralizzate a causa di una lesione del midollo spinale, innestando cellule dell’epitelio del naso nella zona danneggiata per «ripristinare» le connessioni nervose. Gli specialisti della Griffith University a Brisbane, Australia, ci stanno provando da 30 anni. Adesso sta per iniziare il primo vero trial clinico di fase 1 sull’uomo, per capire una volta per tutte se l’intuizione del professor Alan Mackay -Sim (pioniere nel campo della ricerca sulle cellule staminali adulte e sulle cellule olfattive nella stessa università, morto nel 2023) possa trovare una conferma. In tutto il mondo, il numero di persone che convivono con una lesione del midollo spinale supera i 20 milioni, con più di 900mila nuovi casi ogni anno.
Una ricerca in corso da 30 anni
La sperimentazione della Griffith University è in corso da tre decenni e prevede il prelievo di cellule olfattive della mucosa nasale, cellule specializzate coinvolte nel nostro senso dell’olfatto poiché hanno numerose proprietà terapeutiche per la riparazione e la rigenerazione dei nervi.
Il ricercatore principale, il professor James St John, direttore del Clem Jones Centre for Neurobiology and Stem Cell Research del Griffith e ricercatore principale presso l’Institute for Biomedicine and Glycomics, sta raccogliendo l’eredità del professor Mackay-Sim. I ricercatori della Griffith University, guidati dal professor James St John, hanno raccolto un totale di 14,3 milioni di dollari in finanziamenti federali, statali e filantropici, rendendo questo un progetto comunitario combinato.
«Sì, l’idea non è nuova, però non era non era mai stato condotto un trial clinico vero e proprio» conferma il professor Pietro Mortini, primario di Neurochirurgia all’IRCCS Ospedale San Raffaele e ordinario di Neurochirurgia all’Università Vita-Salute San Raffaele, che ha avuto modo di collaborare con l’equipe australiana e porta avanti in Italia un protocollo innovativo sulla neurostimolazione midollare che ha già rimesso in piedi 10 pazienti paraplegici. «L’idea che le cellule olfattive possono ridare un beneficio è sensata e la strada imboccata a Brisbane è estremamente corretta da un punto di vista scientifico: però è ancora tutta da dimostrare. Si tratta di una procedura complessa e mi auguro che funzioni, perché così avremmo già fatto un altro passo avanti».
Come funziona la procedura
«Una volta rimosse dal naso del paziente, le cellule vengono utilizzate per creare un innovativo ponte nervoso delle dimensioni di un piccolissimo verme», spiega il professor St John. «Il ponte nervoso viene quindi impiantato nella colonna vertebrale nel punto della lesione, offrendo quella che riteniamo essere la migliore speranza per il trattamento delle lesioni del midollo spinale».
Nel 2014, un primo tentativo
Un primo intervento, che ha utilizzato la ricerca scientifica del professor Mackay-Sim, fu effettuato nel 2014 in Polonia da chirurghi e ricercatori presso l’Università di Medicina di Breslavia in collaborazione con l’Istituto di Neurologia dell’University College di Londra. Il paziente, Darek Fidyka, un pompiere di 40 anni, era rimasto paralizzato dal petto in giù a causa di un’aggressione con coltello nel 2010. Dopo l’intervento, Fidyka aveva ripreso a camminare, sia pure con l’ausilio del deambulatore. «Il professor Mackay-Sim trattò tre pazienti – aggiunge il professor Mortini – . I pazienti non svilupparono effetti collaterali, cioè non si svilupparono lesioni oncologiche. E uno ebbe un minimo un recupero della sensibilità». Ma niente di più.
Riabilitazione intensiva
Ancora non si sa quanti saranno i pazienti coinvolti nella sperimentazione, perchè il reclutamento è ancora in corso. «Per stimolare la rigenerazione, i pazienti saranno sottoposti a una riabilitazione intensiva per tre mesi prima del trapianto e poi per otto mesi dopo il trapianto – continua -. Sebbene le valutazioni primarie servano a garantire la sicurezza della terapia, misureremo anche numerosi aspetti per valutare se si verificano cambiamenti nei risultati funzionali importanti per le persone che convivono con una lesione del midollo spinale».
Riconquistare una qualche forma di indipendenza
«La capacità di recuperare una certa funzionalità, che si tratti di recuperare la funzionalità indipendente della vescica o dell’intestino, di riacquistare la mobilità delle dita o di tornare a stare in piedi e abbracciare una persona cara, può migliorare la qualità della vita. Riconquistare una qualche forma di indipendenza può aprire un mondo alle persone che convivono con una lesione spinale cronica acquisita».
Studio di controllo randomizzato e in cieco
La sperimentazione verrà condotta presso il Gold Coast University Hospital, con ricerca preclinica che dimostra l’efficacia dei ponti nervosi olfattivi nella riparazione delle lesioni del midollo spinale nei modelli animali. Si tratta di uno studio di fase I/IIa randomizzato, in cieco e controllato, volto a valutare la sicurezza, la fattibilità e l’efficacia di un intervento combinato di trapianto cellulare e riabilitazione intensiva per il trattamento delle lesioni del midollo spinale. Lo studio mira a valutare se il trapianto di ponti nervosi olfattivi, combinato con riabilitazione intensiva, sia sicuro e fattibile per le persone affette da lesione midollare cronica in Australia, e se l’intervento migliori l’integrità strutturale del midollo spinale, il recupero funzionale, la salute generale e il benessere sociale.
Il trapianto di «ponti nervosi» olfattivi
Per il trapianto di ponti nervosi olfattivi, le cellule provenienti dall’interno del naso del paziente verranno purificate e innestate come ponti nervosi cellulari tridimensionali di 1-2 cm di lunghezza. Perché le cellule olfattive? «Da un punto di vista strutturale, in particolare le cellule di rivestimento hanno delle caratteristiche simili a quelle dei neuroni – spiega il professor Mortini – . Quindi si prendono dei piccoli frammenti di mucosa, si isolano queste cellule – ovviamente in vitro -, poi una la volta che le cellule sono isolate e trattare, vengono messe in replicazione». Cosa dovrebbe accadere? «Quello che ci aspettiamo è che queste cellule vadano a rivestire delle fibre che sono danneggiate, garantendone poi una nuova funzionalità. E chiaramente vadano poi a migliorare il micro- environment, c che si forma dopo il trauma. Cioè, l’ipotesi è che queste cellule di fatto possono riattivare dei circuiti in qualche maniera. Ma, ripeto, l’esatto meccanismo è tutto da dimostrare».
I partecipanti riceveranno una dose che dipenderà dalle dimensioni dello spazio accessibile all’interno del sito della lesione del midollo spinale, con un massimo di 60 milioni di cellule innestate. L’intervento chirurgico per il trapianto sarà eseguito da un neurochirurgo, durante il quale il midollo spinale verrà esposto per consentire il posizionamento dei ponti nervosi nel sito della lesione. La durata della procedura sarà di 3-4 ore.
La riabilitazione
Per la riabilitazione fisica intensiva, l’intervento sarà supervisionato e fornito da fisioterapisti e fisiologi dell’esercizio presso una struttura di neuroriabilitazione specifica. La modalità di somministrazione sarà basata su sessioni individuali. I programmi di riabilitazione di 12 e 32 settimane consisteranno in un massimo di 3 ore al giorno presso i centri di riabilitazione, per 5 giorni a settimana.
14 agosto 2025
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