
È passata martedì 23 settembre in consiglio regionale la legge, fortemente voluta dalla Lega, per la riabilitazione dei soldati veneti fucilati durante le fasi più cruente della Grande Guerra, vittime di una legge marziale applicata con pugno di ferro per contenere gli ondeggiamenti delle truppe massacrate in trincea. Altrettanto cruento, però, è stato la strappo di Fratelli d’Italia che, vedendosi bocciare gli emendamenti presentati dal capogruppo Lucas Pavanetto, ha votato compattamente contro. Soli contro tutti, verrebbe da dire, dato che a sostenere il provvedimento, oltre alla Lega, sono stati anche FI, PD e il resto delle opposizioni. Insomma, tutti. Un’impennata d’orgoglio da parte dei meloniani che tradisce, però, anche il mutato vento politico. Se negli ultimi cinque anni i Fratelli hanno pazientemente mediato con l’alleato di maggioranza, la Lega, convergendo quasi sempre, al netto di qualche scaramuccia minore, ora il tempo della concordia è tramontato.
Fratelli d’Italia
FdI, forte di percentuali bulgare rispetto a quelle fortemente ridimensionate della Liga, mal tollera il morso di una maggioranza in consiglio che non rispecchia più il quadro dei consensi. E l’infilata di bordate identitarie proposta dalla Lega (leoni marciani, fondi agli istituti per la Resistenza, riabilitazione dei fucilati e «inno del popolo veneto») proprio ai tempi supplementari della legislatura ha fatto saltare ogni gentlemen agreement pregresso. In assenza (giustificata dalla condizione di neo papà) di Pavanetto, la difesa del fortino FdI è stata affidata a Stefano Casali che con pacatezza ha ribadito perché la riabilitazione di soldati fucilati durante la Prima guerra mondiale fosse irricevibile.
I numeri delle votazioni
È finita, quindi, con 35 favorevoli e 4 contrari e l’approvazione delle «Disposizioni per la ricerca storica sulle fucilazioni e la commemorazione dei fucilati durante la Prima Guerra Mondiale nel territorio della Regione Veneto», primo firmatario il presidente del consiglio regionale Roberto Ciambetti, relatore un appassionato Marzio Favero. Ora si costituirà una commissione che avrà il compito di approfondire quanto accadde ai militari vittime di decimazioni e di esecuzioni sommarie su suolo veneto. Di più, si istituisce una giornata di commemorazione dei militari fucilati. Con buona pace dei Fratelli che chiedevano di espungere dal testo la frase «restituire l’onore». «Ma proprio in questo passaggio sta il senso di questa legge, – ha risposto Favero – che, altrimenti, non avrebbe motivo di esistere».
La soddisfazione di Ciambetti
Ovviamente soddisfatto Ciambetti: «Abbiamo assolto un obbligo etico e morale, quello di restituire l’onore ai troppi a cui fu ingiustamente rubato con una violenza e ingiustizia inaccettabili. Nessun revisionismo strumentale: abbiamo reso giustizia, attraverso una riabilitazione attesa da più di un secolo. Il Veneto, finalmente, si dota di una legge che è un atto di giustizia, invocato anche dal Presidente Mattarella con parole che non lasciano dubbi: “La memoria di quei mille e più italiani uccisi dai plotoni di esecuzione durante la Grande Guerra, interpella oggi la nostra coscienza di uomini liberi e il nostro senso di umanità”». Con una chiusa che è una stilettata: «Chiunque dia un’altra chiave di lettura non ha ben compreso il senso di questo provvedimento». Una risposta piccata a FdI che aveva commentato: «La più grande ingiustizia è quella di trattare casi diversi in maniera uguale, di assolvere e celebrare anche chi, con indosso la divisa, non solo ha tradito i suoi compagni, ma ha commesso reati efferati contro i civili. Il rischio di revisionismo positivo per i colpevoli che li equipara agli innocenti non può essere accettato».
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24 settembre 2025
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