
Tether chiede udienza al governo italiano. Nelle prossime settimane Paolo Ardoino, ceo della società dietro alla più diffusa stablecoin, dovrebbe incontrare Giancarlo Giorgetti per discutere delle opportunità di questa tecnologia. Non c’è ancora una data, ma il ministro dell’Economia avrebbe dato la sua disponibilità all’appuntamento.
I timori di Giorgetti
Giorgetti si è detto più volte preoccupato dell’avanzata delle stablecoin come Tether che rischiano di diventare un mezzo «per riaffermare il signoraggio del dollaro nel mondo». Queste criptovalute replicano infatti il valore del biglietto verde e investono il denaro raccolto dai loro utenti perlopiù in titoli di Stato statunitensi. Sono perciò un formidabile strumento non solo per rafforzare l’egemonia del dollaro, diffondendolo per via digitale in tutto il mondo. Ma anche per sostenere il debito pubblico americano e, indirettamente, i piani di spesa fiscale di Donald Trump che, non a caso, mira a fare degli Stati Uniti il centro globale delle cripto e si prepara persino a lanciare una sua stablecoin.
I numeri di Tether
Tether ha emesso UsdT (questo il nome della sua stablecoin) per circa 157 miliardi di dollari e afferma di detenere debito pubblico Usa per oltre 120 miliardi. Lo stesso Ardoino ha definit UsdT «lo strumento più potente per l’iper-dollarizzazione» del mondo, esaltandone anche il ruolo nel favorire l’inclusione finanziaria dei suoi 400 milioni di utenti. Attualmente, Tether non è più acquistabile sulle piattaforme europee perché non è in regola con la normativa Micar che impone di conservare il 60% delle riserve presso banche Ue. La società con sede in El Salvador è tuttavia molto attiva sul mercato, forte dei 13 miliardi di utile (più di BlackRock) dichiarati nel 2024 grazie alle cedole staccate dai bond Usa e dagli altri investimenti inclusi nelle sue riserve.
Gli investimenti in Italia
In Italia, patria non solo del ceo Ardoino ma anche del fondatore Giancarlo Devasini, Tether ha in particolare realizzato diversi investimenti negli ultimi mesi. La società è entrata con il 10% nel capitale della Juventus e ora chiede alla controllante Exor di fare spazio a un suo rappresentante nel consiglio per «rendere la Juve di nuovo grande». Tether ha poi rilevato il 30,4% di Be Water, holding di Chora e Will Media, sottoscrivendo un aumento di capitale da 10 milioni e acquisterà azioni da altri azionisti.
27 giugno 2025
© RIPRODUZIONE RISERVATA
27 giugno 2025
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