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Lavoro, il piano del governo: più risorse, formazione e controlli

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Roma «Interventi concreti per la sicurezza sul lavoro». La premier Giorgia Meloni li ha annunciati ieri nella sua intervista al Corriere. E stamattina, nel Consiglio dei ministri delle 11, il governo darà il via libera ad uno stanziamento di risorse da destinare a misure per prevenire incidenti e morti sul posto di lavoro. Una scelta legata alla celebrazione della festa dei lavoratori del Primo maggio, quest’anno dedicata proprio alla sicurezza sul lavoro, definita dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella una «priorità» per combattere «una piaga che non accenna ad arrestarsi». Per Meloni «è inaccettabile che ogni giornata sia scandita da morti e infortuni».

La caccia alle risorse

Ma quello che varerà il Cdm questa mattina non sarà un provvedimento ad hoc, come avvenne due anni fa con il decreto Primo Maggio approvato proprio nel giorno dei lavoratori che prevedeva, tra l’altro, anche l’addio al reddito di cittadinanza. Stavolta si tratta di fondi che il governo da giorni cerca — tra i 100 e i 200 milioni di euro — da mettere a disposizione per interventi e misure per migliorare la sicurezza sul lavoro. Un’ipotesi su cui l’esecutivo lavora è quella di fondi Inail non spesi. Più formazione per i lavoratori ma anche intensificazione dei controlli sui posti di lavoro alcuni degli interventi allo studio. 

Le misure allo studio

Non dovrebbero arrivare però nuove assunzioni di ispettori, né ulteriori interventi sulla patente a punti in vigore dal primo ottobre 2024 e per ora limitata solo al settore edile: sono state 432.649 le patenti rilasciate finora. Il tutto però verrà deciso aprendo un tavolo ad hoc con le parti coinvolte. Lo ha promesso Giorgia Meloni: «Metteremo a disposizione importanti risorse che intendiamo utilizzare confrontando le nostre proposte con quelle dei sindacati e delle associazioni datoriali: valuteremo insieme cosa è più utile per la sicurezza dei lavoratori». E questa sarebbe una novità.

L’incontro con i sindacati

Più volte il governo è stato accusato dai sindacati di non essere ascoltato in merito agli interventi sul lavoro o di averlo fatto a provvedimenti chiusi. Stavolta la caccia alle risorse si accompagna ad un’apertura al dialogo con tutte le parti sociali. La data ancora non è fissata, ma l’intervento di oggi annunciato da Meloni appare un primo passo.

Le critiche della Cgil

Nonostante ciò, i sindacati sono molto critici. Il leader della Cgil Maurizio Landini attacca: «Non siamo stati convocati da nessuno. Abbiamo presentato da almeno un anno e mezzo una piattaforma unitaria sul tema della salute e della sicurezza che ad oggi non è stata oggetto di nessun confronto e nessuna discussione». Lui domani sarà al corteo del Primo Maggio a Roma in via dei Fori Imperiali. «Non è un caso che abbiamo messo al centro della manifestazione il tema della sicurezza — dice —: le cose fatte finora vanno nella direzione opposta, compresa la finta della patente a punti. Sarebbe bene che dei lavoratori non si ricordassero una volta l’anno, la sera prima dell’1 maggio, per dire che anche loro sanno che esistono i lavoratori. Se il governo vuole fare una cosa seria metta i soldi per aumentare i salari e permettere il rinnovo dei contratti nei settori pubblici». 

Scettico anche il leader Uil Pierpaolo Bombardieri, da sempre in prima fila sul tema della sicurezza: «Non siamo stati né informati né convocati, il confronto con le parti sociali non è certo la forza di questo governo». Però concede un’apertura: «Noi siamo sempre disponibili comunque, ma non vorremmo che di sicurezza sul lavoro si parlasse solo il Primo maggio, è da dicembre che diciamo che questo governo in manovra non aveva messo un euro per sicurezza e prevenzione». Intanto la Lega, con il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon, annuncia un disegno di legge sui salari equi.

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29 aprile 2025

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