Home / Esteri / L’autobiografia di re Juan Carlos: «La regina Elisabetta mi disse di non abdicare. L’amante, Corinna? Un errore del quale mi pento amaramente»

L’autobiografia di re Juan Carlos: «La regina Elisabetta mi disse di non abdicare. L’amante, Corinna? Un errore del quale mi pento amaramente»

//?#

«La regina Elisabetta II cercò di dissuadermi dall’abdicare: “Un re muore con i piedi nelle sue scarpe di sovrano”», racconta re Juan Carlos. E dell’amante  Corinna zu Sayn-Wittgenstein-Sayn che gli è costata l’esilio volontario dal 2020, ammette: «Esa relación fue un error del que arrepiento amargamente», quell’amore è stato un errore del quale mi sono amaramente pentito. La regina Sofia in tutto questo? «Sofi – così la chiama il re con l’affettuoso diminutivo di famiglia – è una donna íntegra, devota y excepcional». 

Da cinque anni Juan Carlos tornato in Patria per un impegno a Vitoria nei Paesi Baschi diretto poi in Portogallo, vive lontano dalla Spagna dove nel 1975 – giusto cinquant’anni fa tondi – moriva un dittatore, Francisco Franco, e lui al tempo giovane principe, figlio del conte di Barcellona, titolo rimasto al padre senza più un regno, riportava sul trono di Madrid la corona dei Borbone. «Quella sera stavamo guardando la televisione, Sofia disse restiamo svegli fino al momento fatidico, io preferii andare a dormire. Finché a metà della notte ricevetti una telefonata dal generale Juan Castañón de Mena capo della casa militare di Franco, per darmi la notizia. A che ora mi aspettano?, gli chiesi. “Alle 8.30”». 

Si compiva così il destino, e la storia, della nuova monarchia costituzionale spagnola, mezzo secolo fa a novembre. E mercoledì esce in Francia l’attesa autobiografia, «Reconciliacion» (edita in Francia da Stock), scritta dal re emerito, padre di re Felipe VI, con Laurence Debrai. 

E riconciliazione è la parola che in effetti ben riassume il desiderio del sovrano di riannodare i fili di una vita intensa, finita in scandalo con l’esilio ad Abu Dhabi. Juan Carlos ha detto infatti di voler scrivere questa discussa autobiografia – dopo tanti scandali, sentimentali e finanziari che hanno toccato la famiglia reale a Madrid – perché «ho la sensazione che vogliano rubare la mia vera storia». 

«In questi ultimi anni, interpretazioni sbagliate e contro-verità sulla mia vita prendono di mira la mia persona ma soprattutto l’istituzione democratica della monarchia», ha detto il re emerito che del suo Paese, la Spagna, nel libro mette anche a nudo una scomoda verità: «La Spagna non è automaticamente monarchica», manca di un «potere simbolico» come quello della monarchia britannica. Perché è «la monarchia più recente e fragile». 

Già con solo mezzo secolo di vita la monarchia riportata sul trono da Juan Carlos dopo la morte del «Generalissimo» è giovane, fragile, delicata. Ed è anche questo il motivo per il quale mesi fa le prime indiscrezioni sull’uscita dell’autobiografia del re hanno gettato scompiglio. Re Felipe VI, dopo l’abdicazione del padre e dopo la tempesta passata per una causa alle Royal Courts of Justice di Londra intentata dall’amore del re, la nobildonna Corinna, ha incontrato il padre Juan Carlos durante una delle frequenti visite in Spagna dell’ex re in occasione delle regate veliche di Sanxenxo, grande passione sportiva di Juan Carlos. 

Non è la prima volta che Juan Carlos sceglie di raccontare la sua vita, ma è la prima volta che lo fa dopo lo scandalo che ha offuscato la sua immagine. Parlò dei primi anni alla guida del Paese con l’aristocratico spagnolo , José Luis de Vilallonga. Ripercorrendo l’amarezza dell’esilio durante il franchismo e poi l’occasione storica offertagli da Franco di riportarela corona dei Borbone  sul trono che era stato strappato alla sua famiglia, a re Alfonso XIII (sposato con una nipote della regina Vittoria, la Reina Guapa, la bella regina Ena di Battenberg). E i turbamenti di un ragazzo cresciuto da un dittatore, lontano da casa. 

Giudicherà la storia, ma rileggere i ricordi del re, di quanto accadde 50 anni fa, aiuta a mettere a fuoco la figura di Juan Carlos. Il sacrificio personale anche di accettare l’ala protettiva di un dittatore per la prospettiva storica di riportare il proprio casato sul trono, con tutti i rischi di salire al trono nell’ombra fosca di una dittatura. 

Oggi Juan Carlos è un uomo anziano e ci sono pressioni affinché gli sia concesso di tornare in Spagna. Mentre il premier Sánchez ha deciso di accendere i riflettori sul cinquantesimo anniversario dalla morte di Franco. E a meno che non gli venga concesso di tornare in patria Juan Carlos finirebbe per essere il grande assente delle celebrazioni. In ogni caso adesso tocca a re Felipe gestire la questione – come scrivo nel nuovo «Il libro dei regni, re e regine del mondo» (Neri Pozza) – che intanto mentre a Parigi escono le memorie del re suo padre, accoglie a Madrid in questi giorni la visita di Stato del Sultano dell’Oman, Haitham bin Tariq, pronto poi a volare il 10 novembre alla «corte del celeste impero», accolto da Xi Jinping a Pechino.

3 novembre 2025 ( modifica il 3 novembre 2025 | 19:11)

3 novembre 2025 ( modifica il 3 novembre 2025 | 19:11)

Fonte Originale