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L’atleta che in kayak sfida la fibrosi cistica e sogna le Paralimpiadi di Los Angeles: «Lo devo a mio figlio»

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Alessandro Gattafoni osserva il mare del Lido di Venezia, lui di Civitanova Marche, 39 anni, ha sempre coltivato un sogno: scoprire cosa c’è oltre l’orizzonte. Fin da ragazzo però ha dovuto fare i conti con la fibrosi cistica, una malattia genetica che limita la capacità respiratoria e costringe a terapie quotidiane. Ha scelto lo sport come risposta. Dal calcio al pugilato, fino alle discipline più impegnative, cercando di dimostrare che la malattia non potesse definire la sua vita. «Ho praticato sport senza mai chiedere sconti o pietismi», racconta.«Oggi  racconto la mia vita nel cortometraggio che si intitola “True Spirit – Un racconto di coraggio, ricerca e speranza”.

Un’avventura che inizialmente sembrava impossibile, come ricorda il presidente della Lega Italiana Fibrosi Cistica, Antonio Guarini: «Quando ci presentò il progetto pensammo a una follia, poi parlando con i medici capimmo che poteva farcela. Da allora è diventato un simbolo di resilienza. Siamo venuti qui a Venezia, durante la Mostra del Cinema, per presentare una clip e per raccontare una storia di un paziente ma sono 6.000 pazienti coloro che ne sono affetti. Ad oggi non per tutti è disponibile una cura: ci sono 2mila mutazioni della malattia e solo il 70% dei pazienti può assumere il medicinale che agisce sulla sua causa genetica. L’obiettivo è quello di attirare l’attenzione degli addetti ai lavori pubblicando un documentario più strutturato della clip presentata qui al Lido con il quale riuscire a raccontare veramente che cos’è la Fibrosi Cistica». 

A 22 anni l’aspettativa di vita per un paziente come Alessandro era di poco superiore ai vent’anni. Ma proprio quella sfida lo ha spinto a reagire. Per il figlio Giona, decide di compiere un’impresa simbolica: attraversare il mare in kayak con il progetto «125 Miglia per un Respiro». «Voglio lasciare a Giona l’esempio che con amore e determinazione si può affrontare qualsiasi sfida», spiega. Oggi, grazie a nuove terapie, l’aspettativa di vita è salita oltre i 40 anni, ma non tutti i pazienti hanno accesso ai farmaci più innovativi. Alessandro, tra i fortunati, continua a farsi portavoce dell’importanza dello sport come terapia e testimonianza di speranza. E Alessandro Gattafoni è l’esempio più rappresentativo, e coltiva un sogno: «So che è complicatissimo ma vorrei  partecipare alle Paralimpiadi di Los Angeles, un grande sogno. Voglio essere un esempio per mio figlio e per gli altri». La sua storia oggi ispira centinaia di pazienti: un esempio di coraggio, resilienza e amore che supera ogni limite.

11 settembre 2025

© RIPRODUZIONE RISERVATA

11 settembre 2025

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