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L’assist di Meloni ad Acquaroli. Le misure «speciali» per le Marche

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Viva Matteo Ricci. Il tributo di Antonio Tajani è di sicuro il momento più frizzante della giornata marchigiana del centrodestra. Attenzione, però: il vicepremier azzurro non parla dell’avversario di Francesco Acquaroli, il governatore che in nome di Giorgia Meloni il 28 e 29 settembre chiederà ai marchigiani la riconferma. Forse un po’ sornione, il segretario di Forza Italia si riferisce invece al missionario gesuita nato a Macerata e morto a Pechino nel 1610 che nel 2022 papa Francesco volle Venerabile, forse l’italiano più famoso in Cina dopo Marco Polo. Infatti, l’ambasciatore cinese, presente in sala, sorride e annuisce.

I leader del centrodestra si sono dati appuntamento nella Mole Vanvitelliana, l’ex Lazzaretto di Ancona. Il tridente ha però perso una punta: Matteo Salvini, che fino a domenica era proprio nelle Marche, parla in diretta web dal ministero di Porta Pia. Elenca la pila di milioni spesi dall’amministrazione marchigiana e dal Mit ma la notizia che gli allarga il cuore, e si vede, è un’altra: «Mercoledì (domani, ndr) sarà approvato il progetto definitivo del Ponte sullo Stretto». E così, Meloni gli ruba il lavoro perché «la questione centrale è quella del deficit infrastrutturale: la Regione vive un paradosso incredibile, di trovarsi al centro dell’Italia ma di essere allo stesso tempo un territorio difficilmente raggiungibile».

L’appuntamento di Ancona è tutto elettorale e si sapeva. Ma non riesce a sfuggire alla sensazione di un’incombenza con qualche formalità di troppo. E con qualche fretta: alle 10 e 29 minuti l’elicottero bianco che trasporta da Roma Meloni e Tajani attraversa il cielo sopra l’ospedale-fortezza e meno di 90 minuti dopo tutto è già finito, con discorsi a cronometro di 15 minuti da parte dei leader. Nel pomeriggio, i tre leader sono già tutti a Roma per il Consiglio dei ministri. E la Mole del Vanvitelli è una buona metafora: è infatti un’isola nel porto di Ancona, chiusa di fatto al pubblico.

La premier — dopo gli auguri a Tajani che ieri ha compiuto 72 anni — vola via: a Cessapalombo, dove pone la prima pietra di un lotto da 1,7 km della Pedemontana Sud (80 chilometri). Inaugurazione, anche quella di fatto chiusa al pubblico, in cui la attende il commissario per la ricostruzione post terremoto Guido Castelli. Raccontano ad Ancona, nel cortile pentagonale della Mole, che sarebbe lui l’orchestratore di una lista civica a sostegno di Acquaroli incentrata sui sindaci. Occorre comunque fare in fretta anche per le liste: nelle Marche, prima Regione al voto nella tornata d’autunno, dovranno essere presentate entro la fine d’agosto.

Il piatto ricco che il centrodestra porta alle Marche è l’estensione della Zona economica speciale (unica dal 2024, prima divisa in 8 realtà) anche a Marche e Umbria, regione amministrata invece dal centrosinistra. «Abbiamo scelto di dare a questo territorio una opportunità in più», dice la presidente del Consiglio. Si tratta di una serie di semplificazioni e agevolazioni fiscali che però saranno al centro delle mitragliate delle opposizioni (e dei social): i terremotati del 2016 hanno atteso fino a ieri per l’inclusione dei loro territori nelle Zes.

Matteo Renzi non la tocca piano: «Giorgia Meloni ha paura di perdere nelle Marche — dice —. E dunque oggi ne ha combinata un’altra: a due mesi dalle elezioni» decide di intervenire «in piena campagna elettorale con un’indecorosa marchetta al loro candidato presidente che è sotto nei sondaggi». Di più: «La Repubblica delle Meloni assomiglia sempre di più alla repubblica delle banane». Dal Pd, i capigruppo Chiara Braga e Francesco Boccia ironizzano: «Manca solo “sarà tre volte Natale”. A Meloni versione Wanna Marchi non crede più nessuno: dalle accise alla riforma delle pensioni, le italiane e gli italiani hanno imparato che sono solo promesse elettorali che si traducono in tagli ai servizi, aumento delle tasse e della povertà». Mentre gli stellati parlano di un «penoso tentativo di mancia elettorale», un «espediente disperato che solo una Meloni alla frutta poteva tirare fuori».


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4 agosto 2025

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