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L’assedio per convincere Trump a rivedere il piano di pace. In campo Zelensky, Macron e Starmer (con la sponda di Meloni)

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ROMA – La giornata della «diplomazia funebre», come l’ha definita il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier, si può condensare in due foto, tutte e due scattate e diffuse dall’ufficio stampa di Volodymyr Zelensky

Nella prima il leader ucraino e Donald Trump sono seduti uno di fronte all’altro, all’interno della Basilica di San Pietro. 
La seconda riprende un quartetto formato da Trump, dal premier britannico Keir Starmer, da Emmanuel Macron, con la mano sulla spalla a Zelensky e lo sguardo rivolto al presidente americano. 

Il francese sembra dire: non trattarlo male, dobbiamo dargli una mano. E probabilmente è proprio questo il senso delle manovre cui ha partecipato anche Giorgia Meloni. 

Zelensky, appoggiato dai leader europei, ha provato a fare breccia nelle convizioni di Trump. Il leader della Casa Bianca ha fretta di chiudere il negoziato con Vladimir Putin e di passare all’incasso con Zelensky. Al primo sta praticamente concedendo tutto ciò che ha richiesto: riconoscimento dell’annessione della Crimea; controllo dei territori occupati con la forza; cancellazione della prospettiva Nato per l’Ucraina. Al secondo, a Zelensky, non sta concedendo nulla e anzi insiste perché firmi rapidamente l’accordo sulle terre rare.

Il commento euforico di Zelensky sul «confessionale» con Trump farebbe ben sperare per chi ha cuore la causa ucraina. Un evento «storico», ha detto Zelensky.  Più misurato il commento della Casa Bianca: «incontro produttivo». Per ora registriamolo come un passaggio importante nella cronaca recente. 

L’ultimo incontro tra i due fu orrendo. Nel febbraio scorso, Trump e il suo vice J.D. Vance strapazzarono  l’ospite nello Studio Ovale. Un ricordo che ha alimentato le esitazioni e l’ansia degli ucraini. Zelensky, incerto fino all’ultimo venire a Roma, è poi arrivato in ritardo rispetto al previsto. Secondo i piani avrebbe dovuto vedere Trump di prima mattina nella residenza dell’Ambasciatore americano, a Villa Taverna. L’agenda serrata del presidente Usa, atteso dai campi di golf nel suo resort di Bedminster, ha lasciato libero solo un quarto d’ora, poco prima che iniziasse la messa funebre per Papa Francesco. Un «quarto d’ora di celebrità» a livello mondiale. 

                                     I funerali di Papa Francesco, in diretta

Difficile immaginare che in così poco tempo Zelensky sia riuscito a convincere Trump ad accettare almeno uno o due punti della sua controproposta di pace. In particolare l’idea di non disarmare l’Ucraina, di non lasciarla in balia di Putin. E, in aggiunta, di appoggiare la forza di interposizione, diventata una missione di addestramento su larga scala, cui stanno lavorando Macron e Starmer. La terza richiesta è di usare le riserve monetarie russe, congelate in gran parte nelle banche d’Europa, per la ricostruzione del dopoguerra.

Uno dopo l’altro i tre leader europei hanno rassicurato Zelensky. Macron, Starmer e Meloni continueranno a sostenere la posizione ucraina e, ciascuno con i suoi strumenti, premerà su Trump.

26 aprile 2025 ( modifica il 26 aprile 2025 | 18:32)

26 aprile 2025 ( modifica il 26 aprile 2025 | 18:32)

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