A prima vista ricordano capsule spaziali dal design arrotondato, con un oblò sul davanti. Sono «asciugatrici» per cani e gatti, simili a quelle utilizzate per il nostro bucato, in cui l’animaletto viene sottoposto a rapida asciugatura (ma senza centrifuga!) dopo il bagnetto o una passeggiata sotto la pioggia.
Era l’accessorio più gettonato tra i padiglioni di Zoomark, la fiera che ogni due anni riunisce a Bologna espositori e retailer di tutto il mondo. Molti produttori ne proponevano una loro versione, alcuni anche più di una, con vari livelli di design e di dotazione tecnologica e di accessori. L’idea, dicono, è quella di replicare il nostro momento phon, oppure casco nei negozi di parrucchiere per signora. Per un trattamento veloce esiste anche il semplice asciugazampe, da usare ogni giorno sul pianerottolo prima di rientrare in casa, preservando così il pavimento da segni indesiderati e evitando l’operazione manuale con agiugamanto.
Anche la lettiera per gatti non è più una cassettina di plastica, ma si trasforma in uno scatolozzo-robot, anche questo di design ça va sans dire, una sorta di confessionale («è per garantire la giusta privacy»), dotato di meccanismi elettronici di pulizia, ricambio automatico della sabbia, igienizzazione che procede in autonomia anche per un mese, utile – dicono i promoter agli stand – quando ci si assenta (ma chi lascia il micio da solo tutto quel tempo?). In alcuni casi, anche con webcam che consente di controllare a distanza se il micio fa regolarmente i suoi bisogni (con buona pace della privacy).

Rimanendo in area «Grande fratello» diventano sempre più sofisticati i dispositivi per il monitoraggio in remoto: telecamere che scandagliano tutti gli ambienti della casa e possono lanciare alert sonori se l’animale si avvicina a zone «proibite» e consentono anche al proprietario di parlargli (o di sgridarlo) dal telefono con un effetto straniante per l’animaletto, che sente ma non vede. Si possono anche registrare video e condividerli in tempo reale sui propri profili.
Grande attenzione anche per i giochi «interattivi», dove l’interattività è però solo con un marchingegno: prede che fuggono lungo binari, canne da pesca con ciuffo penzolante che oscillano attaccate ad una base in stile metronomo, puzzle da risolvere (scatoline da aprire, levette da spostare) per accedere a bocconcini. Anche un tunnel tiragraffi che sembra un’improbabile discoteca in miniatura con luci stroboscopiche e musica «punzi punzi» che scatta all’ingresso del micio («è stimolazione sensoriale»).
Il comun denominatore sembra essere tuttavia uno solo: la delega dell’accudimento. Che poi sarebbe una delle componenti fondamentali della relazione tra noi e i nostri animali. Asciugarli, spazzolarli, giocare con loro. Affidiamo alla tecnologia anche questi momenti. Eppure cani e gatti sono animali sociali, amano interagire anche attraverso i piccoli gesti quotidiani. Sono i proprietari che sono sempre più social e sempre più a-sociali.
(Questo articolo è uscito nei giorni scorsi nella rubrica Animalia sul magazine Sette)
13 luglio 2025
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