
L’appuntamento chiave è quello di sabato prossimo a Roma. Porta San Paolo potrebbe diventare il crocevia della protesta pro Pal, ma soprattutto pro Flotilla. Stesso luogo, quasi stesso giorno — era il 5 ottobre — degli scontri dell’anno scorso nel quale rimasero feriti 30 poliziotti e quattro finanzieri. Allora sotto accusa finirono gli infiltrati violenti al presidio per Gaza, previsti fin dalla vigilia e presenti — vestiti di nero — quel pomeriggio. E adesso è stato lo stesso ministro dell’Interno Matteo Piantedosi a lanciare l’allarme, avvertendo che «c’è un’intenzione da parte di alcuni di trasformare questa causa — quella pro Palestina e per la spedizione umanitaria a Gaza — in qualcosa che potrà riflettersi nelle nostre piazze».
A Roma la settimana prossima sono previste decine di migliaia di persone provenienti da tutta Italia e forse anche dall’estero. Il corteo pro Pal con oltre 100mila presenze di lunedì scorso in occasione dello sciopero generale indetto dal sindacato Usb — contro le 8mila preannunciate dagli organizzatori — hanno dato un’ulteriore conferma del fatto che oggi la causa palestinese riesce a coinvolgere in tutta Italia, dalle grandi città ai centri minori, più di quanto sia accaduto negli ultimi due anni. E se nella Capitale la maxi adunata è stata pacifica, secondo il responsabile del Viminale, si deve al fatto che «gli organizzatori sono stati più attenti a prevenire commistioni con persone che strumentalizzano queste manifestazioni per fare altro» e che «la vera differenza la fa la capacità degli organizzatori anche di costituire una sorta di servizio d’ordine interno».
Ma il 4 ottobre, come il 5 ottobre 2024, potrebbe essere diverso. E perciò, sottolinea il ministro, bisogna «stringere un po’ i ranghi e vedere come dobbiamo organizzarci nelle principali piazze italiane nelle prossime settimane». Non solo nella Capitale, quindi. La strategia di ordine pubblico del Viminale dovrà tenere conto sia delle tante iniziative di avvicinamento al raduno romano — con gli accampamenti nelle «100 Piazze per Gaza», i cortei e i presidi organizzati ovunque — sia delle conseguenze collegate all’arrivo della Flotilla nelle vicinanze delle acque territoriali israeliane, davanti al blocco navale imposto dall’Idf e alla concreta possibilità di un abbordaggio dei militari, come peraltro è già successo a giugno. Un momento critico — tanto più che oggi lo slogan pro Pal è «Se bloccano la Flotilla, blocchiamo tutto» — che potrebbe coincidere proprio con la fine della settimana prossima.
27 settembre 2025
© RIPRODUZIONE RISERVATA
27 settembre 2025
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