Home / Politica / Lago di Garda, la «guerra» per attrarre i turisti. La deputata di FdI Alessia Ambrosi chiede una governance unica: «Verona penalizzata da concorrenza sleale»

Lago di Garda, la «guerra» per attrarre i turisti. La deputata di FdI Alessia Ambrosi chiede una governance unica: «Verona penalizzata da concorrenza sleale»

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Per Goethe era «una meraviglia della natura, uno spettacolo incantevole», per Montaigne il suo pesce era eccellente, il più buono di tutta Italia. Che il Lago di Garda sia un patrimonio inestimabile, riconosciuto dal mondo intero non è certamente una notizia. Lo è, però, la sua gestione divisa da sempre tra tre Regioni con leggi e regolamenti differenti tra loro che rendono la fruizione del lago un po’ più complessa. «Il Lago di Garda è il cuore pulsante del turismo italiano, dello sport e dell’economia di interi territori. Eppure, la mancanza di regole uniformi tra le sponde veneta, lombarda e trentina sta generando una vera e propria concorrenza sleale, penalizzando soprattutto la provincia di Verona e i suoi operatori economici» sostiene l’onorevole di Fratelli d’Italia Alessia Ambrosi che ha presentato un’interrogazione in merito. «Il Garda non è solo un lago: è il turismo per eccellenza. Parliamo della vita di centinaia di esercizi commerciali, ristoranti, strutture ricettive, piccoli imprenditori che vivono grazie al turismo. Ma senza pontili pubblici, punti di attracco, scivoli accessibili e una gestione armonizzata, la sponda veronese perde competitività. È inaccettabile che il flusso turistico si concentri solo su altre sponde più attrezzate, mentre il potenziale della sponda veneta resta inutilizzato» prosegue l’onorevole, originaria di Negrar ma eletta in Trentino.

Federalberghi: «Gli stranieri scelgono Lombardia e Trentino»

Ma la situazione è davvero così penalizzante? «Sicuramente siamo un po’ svantaggiati – afferma Ivan De Beni presidente di Federalberghi Garda Veneto – a causa della diversità legislativa e regolamentare tra le tre regioni. Un turista straniero che sceglie il Garda non è conscio delle competenze territoriali, si dirigerà dove ha più vantaggi e in questo Lombardia e Trentino sono un passo avanti. Dovremmo saper sfruttare meglio lo strumento già in nostro possesso che è la Comunità del Garda presieduta da Maria Stella Gelmini e parlarci un po’ di più tra regioni». Il dialogo interregionale è una costante sollevata pure da Ambrosi: «Non possiamo permettere che il Garda sia frammentato in tre mondi separati: servono regole chiare e una visione condivisa».

«Armonizzare le norme non penalizza nessuno»

Sulla stessa lunghezza d’onda il sindaco di Bardolino Daniele Bertasi: «È innegabile che l’attuale frammentazione normativa tra sponde stia creando delle incongruenze che rendono la gestione del nostro turismo e delle nostre attività economiche inutilmente complessa. È assurdo che per un’area così unitaria e interconnessa come il Lago di Garda esistano regolamenti così diversi – commenta il primo cittadino -. Questa situazione non solo crea confusione tra i nostri operatori e i turisti, ma limita anche il potenziale di sviluppo di tutta l’area del Garda. Sosteniamo con forza la proposta di un tavolo tecnico interregionale o il potenziamento degli esistenti. Armonizzare le norme non significa penalizzare nessuno, ma al contrario, creare un sistema più equo e razionale che permetta a tutte le sponde di prosperare insieme. Il nostro obiettivo comune deve essere una visione unica per il Lago di Garda, che ne valorizzi la bellezza e ne garantisca un futuro sostenibile per tutti».

Il livello dell’acqua crea preoccupazioni

Un’analisi un po’ più distaccata la fa Davide Bendinelli, sindaco di Garda: «Basterebbe sottoporre il problema alla Conferenza Stato-Regioni e che le regioni interessate si coordinassero per la gestione dei servizi interni. Il primo problema da risolvere con precedenza sulla portualità è quello dei livelli dell’acqua del lago, che crea più preoccupazioni. La navigazione è un altro problema. Sicuramente l’argomento sollevato da Ambrosi è centrato, basterebbe però poco affinché le tre regioni si coordinassero. A livello turistico non vedo una penalizzazione della sponda veneta: gli approdi ci sono, devono essere gestiti meglio. Non sono molto d’accordo sull’aumentare i posti barca perché significa andare a snaturare la morfologia del nostro paesaggio. Si potrebbero creare punti di sosta temporanea come già abbiamo a Garda, a Brenzone, a Castelletto per esempio, che permettessero a chi lo desidera di andare a visitare un centro, di pranzare in un determinato ristorante, di arrivare in un luogo preciso via acqua, ma queste sono cose risolvibili anche a livello comunale». 


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5 agosto 2025 ( modifica il 5 agosto 2025 | 17:59)

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