Apple e Meta sono state sanzionate dalla Commissione europea, che ha adottato il 23 aprile le prime decisioni di non conformità nell’ambito del Digital Markets Act (Dma). La sanzione per Apple è di 500 milioni, quella per Meta di 200 milioni di euro, per aver violato rispettivamente l’obbligo di mettere in contatto sviluppatori e utenti delle proprio store e l’obbligo di offrire ai consumatori la possibilità di scegliere un servizio che utilizzi meno dati personali. Entrambe le società ora hanno 60 giorni di tempo per conformarsi alle decisioni, altrimenti rischiano ulteriori sanzioni.
I dazi non c’entrano
«Questo non ha nulla a che vedere con i dazi. È una decisione indipendente, che riguarda esclusivamente il Dma e non le tariffe commerciali», ha spiegato un portavoce dell’Ue. «Non è cambiato assolutamente nulla da parte della Commissione riguardo alla legge in seguito al ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca. La nostra volontà di applicare la legge non è cambiata», ha confermato un funzionario della Commissione.
Le motivazioni
Secondo la Commissione, Apple ha impedito agli sviluppatori di app di informare liberamente gli utenti su offerte alternative fuori dall’App Store, violando l’obbligo di consentire il cosiddetto «steering». Le restrizioni tecniche e commerciali imposte non permettono agli sviluppatori né di promuovere offerte più convenienti né di indirizzare gli utenti verso acquisti esterni, nonostante il regolamento riconosca alla società di Cupertino una compensa per aver messo in contatto sviluppatore e utente finale.
Apple non è riuscita a dimostrare la necessità delle restrizioni
Apple non è riuscita a dimostrare che tali restrizioni siano necessarie e proporzionate. La Commissione ha quindi ordinato alla società di rimuovere tali restrizioni e di non reiterare comportamenti simili. La sanzione tiene conto della gravità e durata della non conformità, ma anche del fatto che si tratta della prima decisione sotto il Dma. Parallelamente, Bruxelles ha chiuso l’indagine sulle obbligazioni relative alla libertà di scelta degli utenti, grazie all’impegno di Apple verso una soluzione conforme.
Molto dure sono le risposte delle due aziende americane. «Il fatto che la Commissione ci costringa a cambiare il nostro modello di business equivale, di fatto, a imporre a Meta un dazio da miliardi di dollari», ha sostenuto Joel Kaplan, un alto dirigente di Meta. Un rappresentante di Apple ha annunciato ricorso, affermando: «Gli annunci di oggi sono l’ennesimo esempio di come la Commissione abbia ingiustamente preso di mira Apple (…) Nonostante gli innumerevoli incontri, la Commissione continua a spostare i paletti ad ogni passo».
23 aprile 2025 ( modifica il 23 aprile 2025 | 13:12)
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