Scrive Carlo Rovelli nel suo Helgoland che «c’è stato un tempo in cui il mondo sembrava semplice». Era il mondo di Isaac Newton, poi abbiamo cambiato idea: «Nell’estate del 1925 un ragazzo tedesco di 23 anni era andato a trascorrere giorni di agitata solitudine in una ventosa isola del Mare del Nord. Lì, sull’isola di Helgoland, Werner Heisenberg ha compiuto la più grande rivoluzione scientifica di tutti i tempi» ricostruendo la struttura matematica della meccanica quantistica.
Esattamente cent’anni dopo, il regno dei quanti rappresenta, sotto certi aspetti, ancora un mistero (per dirla alla Rovelli «il velo dei Maya non è ancora stato davvero sollevato») perché, se la fisica teorica ha ormai fatto chiarezza su molti dei fenomeni subatomici che governano le regole della vita, è la loro applicazione che rappresenta tutt’ora un problema. Un problema addirittura geopolitico, data la portata delle possibili applicazioni concrete di questa teoria. La corsa alla «supremazia quantistica» è ormai iniziata, ma la buona notizia è che non è solo una partita fra grandi potenze: oltre a Usa, Cina e Russia, in campo c’è anche l’Italia.
Le tecnologie quantistiche rientrano nella traiettoria digitale di Leonardo prevista dal Piano industriale 2024-28, con Ai, supercalcolo, cloud, big data e cybersicurezza. «Questo approdo per Leonardo non rappresenta un salto nel vuoto, ma una tappa di un percorso evolutivo che ne consolida la natura di azienda ad alta tecnologia, orientata a esplorare e integrare le frontiere più avanzate dell’innovazione — ragiona Massimiliano Dispenza, Head of Quantum Technologies, Optronics & Advanced Materials Labs del gruppo —. Stiamo sperimentando l’integrazione progressiva delle tecnologie quantistiche, anticipando l’impatto che queste avranno su difesa, sicurezza e spazio».
Il tema è strategico, militare e, soprattutto, politico-economico: «Presidiare oggi il quantum significa assicurare domani sovranità tecnologica, vantaggio competitivo e capacità di leadership. È in questa continuità che risiede la forza della visione» prosegue Dispenza.
A cominciare dal primo game changer all’orizzonte, il quantum computing che supera il supercalcolo informatico classico e che è la materia su cui si sta concentrando l’impegno del Centro di Eccellenza di Leonardo sulle Advanced Cognitive Solutions. Spiega Daniele Dragoni, Head of Quantum Computing Solutions & Head of Sales Engineering Hypercomputing: «Qui stiamo lavorando ormai da cinque anni su una tecnologia che è potenzialmente dirompente. Sul mercato ci sono realtà che stanno compiendo continui progressi ma non si è ancora verificato un salto davvero disruptive. Per quanto ci riguarda abbiamo scelto un approccio pragmatico, lasciare ad altri lo sviluppo delle piattaforme hardware per concentrare i nostri sforzi sullo sviluppo di algoritmi e sulla definizione di casi d’uso concreti. Questo approccio richiederà una strategia ibrida, in grado di integrare anche il supercalcolo tradizionale, ambito in cui Leonardo occupa già oggi una posizione di primo piano grazie al supercalcolatore DaVinci installato a Genova».
L’obiettivo del Centro di Eccellenza è anche quello di creare modelli di Ai generativa che consumino meno energia a parità di efficienza dei Pc tradizionali e di fare ciò che in gergo tecnico si chiama ottimizzazione combinatoria e che consiste nella capacità di prendere decisioni in situazioni critiche nel minor tempo possibile e con un margine di errore vicino allo zero.
Oltre all’iper-calcolo quantistico, Leonardo è però al lavoro anche su un’altra serie di applicazioni. Negli spazi dei Quantum Technologies Labs di Roma, i laboratori di ricerca parte dei Leonardo Innovation Labs, i venti ricercatori che collaborano con Massimiliano Dispenza sono infatti impegnati nello sviluppo di soluzioni per poter vedere oggetti nascosti alla vista oppure attraverso fumo e nebbia o, addirittura, raggiungere un sistema di navigazione preciso ma senza i satelliti. «Osserviamo i singolo fotoni e il loro comportamento nello spazio e nel tempo riuscendo a ricostruire l’ambiente circostante senza osservarlo direttamente, il che in futuro potrà consentire l’ispezione di ambienti pericolosi o l’identificazione di ostacoli difficilmente visibili per i veicoli a guida autonoma— conclude Dispenza —. O, ancora, vedere attraverso la nebbia grazie alla correlazione quantistica in cui due o più fotoni sono legati in modo tale che la misurazione del primo influenzi istantaneamente le proprietà dell’altro, indipendentemente dalla distanza che li separa» .


19 novembre 2025
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