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La sindaca Carnevali un anno dopo, i bei cantieri da inaugurare e il disagio sociale che bussa

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Alla Montelungo per ora c’è un sasso autografato con i pennarelli. Si chiama posa della prima pietra, belle foto, complimenti a vicenda tra le autorità. Il vero cantiere inizierà a novembre. Ci sono voluti anni per far quadrare i conti, un’enorme partita di giro immobiliare tra enti pubblici e para pubblici: dal Demanio al Comune all’Università, con il ruolo chiave di Cassa Depositi e Prestiti. Una volta di più — vedi il passaggio degli ex Riuniti alla Gdf, l’ex Accademia Gdf all’Università, fino al recente caso dell’ex sede dei Servizi sociali in via San Lazzaro all’Agenzia delle Dogane — si conferma che almeno a Bergamo le riqualificazioni di grandi aree pubbliche senza soldi pubblici non si fanno. 

L’eredità dei progetti, onori e oneri

Le ex caserme (c’è anche la gemella Colleoni, accanto alla Montelungo) si trasformeranno in studentati, aule, spazi comuni per universitari. Con la nuova Gamec a pochi metri, è la realizzazione di un antico progetto urbanistico, il Polo della cultura. Ma è anche la chiusura di un cerchio politico. L’ultima appendice del decennio di Gori. Da qui in avanti, si tratta di non far deragliare il treno dei cantieri messi sui binari: Teb, raddoppio ferroviario, nuove stazioni, linea per Orio, Gamec, Montelungo. È un gioco un po’ ingiusto ma è il gioco della politica: se tutto filerà liscio, per chi sarà in carica ci saranno altre belle foto e meriti — anche di altri — da raccogliere. Il sindaco di una città però deve gestire le lamentele per intoppi piccoli e grandi, pure quando non li ha causati neanche alla lontana. I cittadini di Bergamo sperano che la capacità di accaparrarsi tutti i possibili fondi Pnrr per realizzare opere non generi un paio d’anni di snervante ingorgo collettivo a ridosso del centro. Perché poi mentalmente l’unica porta a cui bussare per i bergamaschi sarà quella di Palazzo Frizzoni.

La capacità di comunicare

Ma la città non è fatta solo di muri, strade, rotaie, ed Elena Carnevali lo sa meglio di altri: relazioni, reti, connessioni sociali sono il suo bagaglio politico-culturale e l’ossatura del suo lessico. E lì dentro probabilmente si giocherà la sua capacità di lasciare un’impronta. Cosa si è visto nel primo anno di mandato? La sindaca appare sicuramente più a suo agio nel ruolo. Spesso chi si occupa di politica in città commette l’errore di ragionare troppo delle sue capacità comunicative, che comunque hanno un loro peso. Contrariamente alle credenze, il suo predecessore così millimetricamente pettinato era più aperto di quanto si pensi all’interlocuzione, anche informale, con la stampa e non solo. Spiegare bene, far sentire qualche spigolo, ascoltare un po’, dire molti no grazie, tenere le distanze, ma non tenere la gente (e i giornalisti) a distanza, questo era Gori sindaco. Carnevali vuole arrivare sempre molto preparata a qualsiasi dialogo, evitando interlocuzioni estemporanee, insomma evitando sorprese. Questo rende le cose più difficili, ma il punto non è tanto né solo parlare, il punto sono i fatti che si comunicano.

Altri e bassi nei primi 12 mesi

In dodici mesi di attività, ci sono state un po’ di falle da rattoppare — vedi Carrara —, alcuni ripiegamenti difensivi. Basti vedere l’ultimo caso della Ztl di Valverde: lo scavalco di Città Alta sarà vietato alle auto, ma non nelle ore di punta. Un’inversione della logica delle Ztl che in chiave viabilistica forse farà scuola o forse no, di sicuro dice: non vogliamo guai con gli automobilisti arrabbiati (pure se votano in altri comuni). Qualcosa del genere era già successo l’anno scorso, quando si decise uno slittamento del cantiere per le piscine Italcementi, con l’unico effetto di procrastinare l’ira delle società sportive per un intervento tanto invasivo quanto inevitabile. Prudenza di ispirazione democristiana, strano per una politica di certa matrice di sinistra. Poi il parcheggio di interscambio alla Fiera, per ora deserto, il Fondo abitare Under 35, lodevole ma dotato di una leva microscopica rispetto al mercato degli affitti colonizzato da Airbnb.

L’eredità dei 10 anni di Gori

Provvedimenti presi anche per dimostrare di essere allineati al programma elettorale. Giusto, purché si sia consapevoli che un anno fa non si è vinto per il programma. Carnevali vinse perché apparve più convincente del suo avversario e anche (se non soprattutto) perché ereditava un’amministrazione che per 10 anni aveva funzionato bene. Pur nella tragedia del Covid, pur avendo sfornato qualche ciambella senza buco, tipo un meraviglioso nuovo Sentierone e, accanto, una piazza Dante senza più veri alberi per far spazio a un ristorante sotterraneo già chiuso dopo due anni. I senzatetto accampati davanti a quella serranda abbassata sono la foto della città, oggi. Più ricca, più bella, insieme più povera e preoccupante.

La povertà tra emarginazione e sicurezza

 La miseria si è allargata, si è sparpagliata, si è sdraiata a dormire sotto i citofoni dei palazzi intorno al centro. Chi vive lì fatica a capire perché il diritto di trovare un riparo superi quello di non avere estranei sotto la casa di cui si paga il mutuo. È una questione di emarginazione ma è anche una questione di sicurezza. Alla pari. La giunta Gori almeno di questo è sempre sembrata consapevole. Diversi membri della maggioranza oggi in Consiglio non si sa. In aula talvolta va in onda un talkshow che oppone superficialità da destra a prolissa sociologia che manca il punto, da sinistra. 

I Comuni soli ma sulle regole serve rigore

Una cosa è vera, sindaca e assessori l’hanno sottolineato: il disagio in città è figlio anche di politiche sociali assenti a livello statale, che lasciano i comuni ad affrontare a mani nude una marea crescente. Ma forse proprio per questo è il momento di essere più rigorosi nel dimostrare che si pretende da chiunque stia qui il rispetto delle regole. Altrimenti anche i cittadini meglio disposti ad accogliere e aiutare arriveranno a chiedersi per quale collettività lo stiano facendo. E a quel punto — lo si è detto, è un gioco ingiusto — la prima porta a cui andranno a bussare è quella di Palazzo Frizzoni.


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14 luglio 2025

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