
Almeno 40 eurodeputati progressisti voleranno da Bruxelles a Budapest per partecipare, sabato 28 giugno, al Pride vietato dalla «democrazia illiberale» di Viktor Orbán. E dall’Italia, sempre per contestare i divieti imposti dal premier ungherese, partiranno circa 30 tra deputati e senatori del «campo largo» (in versione ampliata), perché oltre alla segretaria del Pd Elly Schlein e alle delegazioni di M5S, Avs e Italia viva, ci saranno anche il leader di Azione Carlo Calenda e rappresentanti di +Europa. Una grande alleanza, quella italiana, che si ricompatta sui diritti dopo i ripetuti strappi su temi come il riarmo pro Ucraina e la linea su Gaza.
A Budapest è una vigilia ad alta tensione e c’è anche un caso diplomatico tra i vertici Ue e Orbán. Il luogo da cui partirà il corteo è tenuto top secret per evitare l’intervento preventivo della polizia, che alla vigilia ha ricevuto l’ordine di disperdere i manifestanti. Gli organizzatori, sotto la regia del sindaco (progressista) di Budapest Gergely Karácsony, sveleranno il punto di ritrovo solo un’ora prima, attraverso chat e social.
L’attenzione dell’ambasciata italiana in Ungheria è alta: stamattina si terrà un vertice per chiarire nel dettaglio il comportamento da tenere in tutta la giornata di sabato per limitare il rischio di sanzioni e prevenire possibili violenze da parte dei gruppi dell’estrema destra ungherese. Il giro di vite prevede multe fino a 500 euro (anche risalendo alle identità usando il riconoscimento facciale, pratica contestata dai gruppi pro diritti) contro chi violi la normativa del 2021, secondo la quale «non è possibile promuovere l’omosessualità e il cambio di sesso» per i minori. Questa legge, in sintesi, vieta ogni corteo a difesa dei diritti Lgbtq+.
«Chiedo alle autorità ungheresi di consentire lo svolgimento del Pride — scrive Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Ue —. Senza timore di sanzioni penali o amministrative nei confronti degli organizzatori o dei partecipanti. Alla comunità Lgbtqia+ dico: sarò sempre la vostra alleata». Dura la replica di Orbán: «Cara presidente, non interferisca sull’applicazione della legge negli Stati membri della Ue». Mentre dall’Italia c’è l’intervento pro Pride del ministro degli Esteri: «La manifestazione delle proprie idee è il sale della democrazia — dice Antonio Tajani —. Come diceva Voltaire, il limite della tua libertà è non andare a ledere la mia».
La pattuglia degli eurodeputati sarà guidata da Iratxe García Pérez, leader di S&D a Bruxelles. Piuttosto nutrita anche la «squadra» in arrivo da Roma. Al fianco della leader Schlein ci sarà Alessandro Zan, responsabile Diritti del Pd: «Ci saremo per dire no a ogni deriva autoritaria: quella di Orbán perseguita le persone Lgbtqia+. — dice l’eurodeputato —. Ma anche quella del governo Meloni, che considera Orbán un modello e smantella i diritti con la propaganda». Per il M5S sfileranno Croatti, Di Girolamo, Maiorino, Pirro e Morace. «Non possiamo assistere in silenzio al dilagare della soppressione della libertà d’espressione in un’Europa che dovrebbe essere la fortezza dei diritti e non una fortezza militare», attacca Alessandra Maiorino, coordinatrice del M5S per i Diritti. Per Italia viva ci sarà il senatore Ivan Scalfarotto. Sempre dal centro, accompagnato da una trentina di giovani di Azione e dalla sua vice Francesca Scarpato, Calenda incalza: «Continuerò a essere contro ogni teoria gender e ritengo inaccettabile la gestazione per altri, ma i diritti fondamentali non si mettono in discussione». Da Milano, su delega del sindaco Beppe Sala, ci sarà la presidente del Consiglio comunale Elena Buscemi, con lei anche l’assessore alla Cultura Tommaso Sacchi.
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26 giugno 2025
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