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«La ricetta della felicità», commedia sotto il cielo romagnolo

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Ne «La ricetta della felicità», serie in quattro prime serate, c’è una ricetta su cui vale la pena riflettere (Rai1). Intanto la storia: Marta (Cristiana Capotondi) sta vivendo un momento difficile per un’accusa di riciclaggio al marito Enrico (Flavio Parenti). Per fortuna, incontra Susanna (Lucia Mascino) e l’amicizia tra loro, intensa e inaspettata, ma anche molto complicata, cambierà per sempre la vita di entrambe.

Intanto il commento: Mascino è brava ma sembra ormai prigioniera del commissario Fusco della fortunata serie «I delitti del BarLume». Capotondi non riesce a superare la sua «via di mezzo», che è il timbro inconfondibile dei suoi personaggi. Poi ci sono i nonni Rosa (Valeria Fabrizi) e Giovà (Andrea Roncato), il carabiniere fratello Giacomo (Eugenio Franceschini) e le due figlie per la quota adolescenziale.

Di solito, quando si fa l’elenco degli interpreti è perché la storia, una commedia dei buoni sentimenti, ha troppi inciampi di sceneggiatura. Dimenticavo, c’è anche il fattore cartolina: Marina di Romagna, dove è ambientata la vicenda, è un luogo di fantasia che raccoglie gli elementi più rappresentativi della riviera romagnola: Rimini, Riccione, Cervia, Cesenatico e Ravenna.

Ma veniamo alla famosa ricetta offerta sottotraccia dalla fiction: «La ricetta della felicità» viene presentata come una serie «feel good», a riprova che c’è sempre qualcosa da imparare.

Cosa significa? Questo sottogenere ha alcune regole di scrittura: dev’essere un’opera che «fa star bene», bisogna presentare la vita da un’angolazione positiva, disegnare ritratti di personaggi che affrontano prove difficili ma ne escono fortificati, costruire storie in cui l’amicizia trionfa sull’ avversità e in cui le persone cambiano ma per diventare migliori di com’erano prima.

Che stupido: avevo sempre pensato che il primo obbligo di qualsiasi scrittura fosse quello di far sta bene il lettore o lo spettatore con una scrittura e un’interpretazione di livello, come le grandi commedie americane. Che le cose che fanno star male sono la banalità, la scontatezza, la mancanza di fantasia e di emozioni. Far le cose bene per far star bene.

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26 settembre 2025

26 settembre 2025

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