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La pagella del Mereghetti: Jurassic, alla settima puntata la ripetitività supera il piacere della visione (voto 5)

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Arrivati alla settima «puntata» di quella che una volta sembrava un meraviglioso viaggio nelle fantasie e nelle paure della preistoria (Jurassic Park diretto da Spielberg è del 1993) e che adesso sembra condannata a una prevedibile ripetitività (chi sarà la prossima vittima della ferocia preistorica?), la serie cerca disperatamente nuova originalità, costretta però dai limiti che lei stessa si è imposta: l’avidità del capitale e l’egoismo della scienza che vogliono sfruttare la Natura (nel caso, i dinosauri) senza preoccuparsi delle vite umane che si possono sacrificare.

Sono passati tre anni dalla puntata precedente, Jurassic World – Il dominio, e il recupero dello sceneggiatore David Koepp (già coautore dei primi due film della franchise) avrebbe dovuto permettere un nuovo inizio. In effetti, spariscono luoghi e personaggi senza alcuna spiegazione, a cominciare dall’insensata (e tarocca) ambientazione nella valle sperduta delle Dolomiti, ma quello che li sostituisce ha più senso? Lasciatemi almeno il beneficio del dubbio…

In Jurassic World – La rinascita facciamo conoscenza con Zora (Scarlett Johansson) e la sua abilità nel portare a termine i compiti che le sono stati assegnati. Per questo Martin Krebs (Rupert Friend) la assolda per aiutarlo nel recuperare il sangue di tre animali preistorici — uno di mare, uno di terra e uno di aria — necessari per produrre un nuovo fondamentale ritrovato contro gli attacchi di cuore.

Ragion per cui viene coinvolto nella spedizione anche lo scienziato Henry Loomis (Jonathan Bailey). Risolti i problemi legati al contratto, i tre si mettono in mare sulla barca di Duncan Kinkaid (Mahershala Ali) e Leclerc (Bechir Sylovain) alla ricerca di un mosasauro, una specie di gigantesco balenone. Naturalmente con una bocca bella piena di denti aguzzi.

Primo problema: in quello stesso mare, naviga anche un padre, Ruben (Manuel Garcia-Rulfo), in vacanza con due figlie (Luna Blaise e Audrina Miranda) e il fidanzato (David Iacono) della maggiore. Il quale non si immagina che il mosasauro scambi la carena del suo scafo per un nemico e decida di attaccarla. Trasformando l’equipaggio in quattro naufraghi che Zora e Duncan decidono di salvare nonostante pareri contrari.

Rimessisi sulle tracce del mosasauro, Zora riesce a recuperane il sangue con una siringa che si auto-eietta dalla pelle dell’animale e che si spara con un fucile speciale, ma l’operazione scatena altri aggressivi animali acquatici che fanno cadere in acqua una delle figlie di Ruben (senza che Krebs faccia niente per aiutarla), seguita da padre, sorella e fidanzato. Dando così inizio a una storia parallela perché tutti arrivano su un’isola (Isla Nublar di jurassica memoria?) ma procederanno separati per arrivare a quella che una volta era una base abitata.

Sulla terra ferma le sorprese sono più o meno finite perché tutti e due i gruppi dovranno fare i conti con la prevedibile aggressività degli animali preistorici: gli ex natanti con l’immancabile tirannosauro, la spedizione scientifica prima con i pacifici titanosauri terrestri, poi con il molto aggressivo volatile quetzalcoatlus che si pappa anche Leclerc.

Divisi tra l’ammirazione per i livelli altissimi a cui è arrivata l’animazione digitale e la scontata prevedibilità con cui a un momento di calma ne deve succedere uno di tensione, con aggressione inclusa, il film si avvia verso la fine, smascherando l’egoismo dell’inviato del capitale Krebs e l’eroismo di Kinkaid, mentre entra in campo un nuovo mostro preistorico che sembra l’incrocio tra un tirannosauro e la creatura di Alien, tanto per non farci dimenticare che la follia umana non ha limiti nel creare mostri.

Dove invece i limiti si vedono è nel divertimento che questa puntata vorrebbe regalare: possiamo ammirare gli sforzi di Johansson nel misurarsi con personaggi lontani dalla sua avvenenza erotica e apprezzare la sconfitta finale di Big Pharma, ma il vero piacere cinematografico resta ancora tutto da conquistare.

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1 luglio 2025

1 luglio 2025

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