Un weekend con le orecchie tese, per ascoltare e registrare i vocalizzi (bramiti) dei cervi maschi durante il periodo riproduttivo, e stimare la consistenza della popolazione. Sono oltre 150 i volontari che hanno scelto di partecipare al censimento del cervo sardo nella Riserva Wwf di Monte Arcosu, nel Parco Regionale di Gutturu-Mannu. L’evento si terrà venerdì 12 e sabato 13 settembre, dalle 16 alle 22, con il supporto di Domus de Luna e la collaborazione delle università di Sassari e Cagliari.Â
I partecipanti affiancheranno, per una o due sere, gli esperti del Wwf nelle operazioni di conteggio, anche grazie all’utilizzo di un’apposita app sviluppata in collaborazione con il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi.
Il cervo sardo (Cervus elaphus corsicanus) è una sottospecie del cervo europeo, con un mantello dal colore più rossastro, un palco più ridotto e meno ramificato e dimensioni minori: il maschio, infatti, raramente raggiunge un peso di 130 chilogrammi con un’altezza al garrese di 100 centimetri, mentre la femmina non supera i 70-80 chilogrammi di peso e gli 80 centimetri di altezza. Alla fine degli anni Sessanta la sua presenza in Sardegna era compromessa, a causa della caccia, del bracconaggio e della perdita di habitat: si contavano non più di cento individui, quasi tutti nella grande Riserva di caccia di Monte Arcosu dell’Eni. Nel 1967, il neonato Wwf lanciò l’operazione «Cervo sardo»: nel 1985 l’associazione, sotto la guida di Fulco Pratesi, lanciò una campagna di raccolta fondi per entrare in possesso dei 3mila ettari della Riserva di caccia messi in vendita, portando alla nascita della Riserva Wwf di Monte Arcosu.
Oggi i cervi sardi nell’area sono più di 2mila e in tutta la Regione oltre 10mila, serviti anche a ripopolare anche la Corsica, dove si erano estinti nel 1970. Quella dedicata al cervo sardo «è stata una grande operazione di conservazione. Il risultato di una strategia vincente, che ha unito la concretezza degli obiettivi, l’efficacia della comunicazione, l’adesione di enti pubblici, privati e tanti cittadini. Ci ha insegnato molto, intanto che non bisogna mai darsi per vinti. Soprattutto in una regione, come quella sarda, dove c’è ancora tantissimo da fare, e non è sempre facile intervenire», spiega Antonio Canu, delegato Wwf per la Sardegna.

9 settembre 2025
© RIPRODUZIONE RISERVATA