
L’indagine «è ancora in corso», ripetono dalla sede della Nato a Bruxelles. Sul campo, gli esperti delle forze armate polacche stanno esaminando i rottami dei droni abbattuti e, soprattutto, continuano a studiare le rotte degli ordigni e gli eventuali segnali di comunicazione con le basi di partenza.
Nella mattinata di oggi, mercoledì 10 settembre, 31 ambasciatori dell’Alleanza Atlantica hanno ascoltato il resoconto del collega polacco, il 32° componente. La riunione del Consiglio Nord Atlantico era già stata prevista, come ogni mercoledì. Ma, naturalmente, l’incursione dei droni russi è balzata subito al primo punto dell’agenda, come prevede l’articolo 4 del Trattato dell’Alleanza: consultazioni immediate tra i partner per stabilire se un Paese può essere sotto attacco.
Il meeting si è chiuso con una conclusione interlocutoria. Le prove esibite dai polacchi non sono state giudicate sufficienti per dimostrare che si fosse davanti a un’azione preordinata da Vladimir Putin. O meglio, alcuni rappresentanti, come quelli dei Paesi baltici e della Germania, hanno subito sottoscritto la tesi di una provocazione deliberata. Un tentativo per testare la reazione del blocco Nato in una fase di oggettiva confusione provocata da Donald Trump. Quasi tutti gli altri ambasciatori, però, hanno chiesto al governo polacco di presentare un rapporto più dettagliato.
La stragrande maggioranza degli Stati si è comunque ritrovata sul giudizio politico: «l’incidente» della notte scorsa non è un caso isolato. E pertanto, qualunque sia la conclusione sul fatto che sia stato voluto oppure no, è indubbio che l’aggressività dei russi continui ad aumentare.
Gli altri soci del patto transatlantico hanno accolto con un certo sollievo la dichiarazione, postata sulla piattaforma «X», dell’ambasciatore americano presso la Nato, Matthew Whitaker: «Restiamo al fianco degli alleati di fronte a queste violazioni dello spazio aereo, e difenderemo ogni centimetro del territorio Nato». A quel punto il Segretario generale dell’Alleanza, Mark Rutte, ha potuto valorizzare la «dimostrazione di unità» e la «determinazione» di tutti gli alleati a difendere i confini dell’Alleanza.
A quanto risulta, per il momento, non si è discusso di eventuali ritorsioni militari o di mosse diplomatiche nei confronti della Russia. Gli alti comandi della Nato hanno portato al massimo livello lo stato di allarme, ma solo nella prospettiva di difendersi da altri blitz. Da notare che in Polonia è già schierata una robusta forza di interdizione americana.
10 settembre 2025
© RIPRODUZIONE RISERVATA
10 settembre 2025
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