
«Sapete, in questo caso non vogliamo affatto esprimere giudizi, non è di nostra competenza. Questa è una prerogativa del ministero della Difesa». Questa volta occorre cominciare dalle reazioni ufficiali. Ce ne vuole per mettere in imbarazzo Dmitry Peskov, che in questi anni accanto a Vladimir Putin ne ha viste e ne ha dette di ogni genere. Ma il primo commento del Cremlino sulla vicenda dei droni caduti in Polonia, per bocca del suo portavoce, è stato un non commento.
Al quale sono poi seguiti quelli di uguale tenore da parte del ministero della Difesa, un comunicato laconico per dire che «Non erano previsti obiettivi da colpire sul territorio polacco», aggiungendo che la portata massima dei droni che «presumibilmente» hanno attraversato il confine con la Polonia non supera i 700 km. Quasi a sottolineare la delicatezza del caso, per dare manforte al dicastero militare è poi intervenuto anche il ministero degli Esteri: «La Difesa ha confermato inequivocabilmente che non erano stati pianificati obiettivi da distruggere sul territorio polacco… Questi fatti concreti sfatano completamente i miti ancora una volta propagati dalla Polonia per un’ulteriore escalation della crisi ucraina».
Mentre i media fanno notare che un simile allarme non era scattato né alla fine del 2022, quando alcuni ordigni ucraini erano caduti in un campo polacco uccidendo due contadini, né di recente, quando un drone russo ha attraversato il confine estone, con una reazione molto cauta da parte delle autorità locali, i vertici istituzionali se ne stanno ben coperti. Massima prudenza. Se non altro, Peskov ha sottolineato come «I vertici dell’Ue e della Nato accusano quotidianamente la Russia di provocazione, il più delle volte senza nemmeno provare a presentare qualche argomentazione». Il portavoce di Putin ha colto l’occasione per mettere di nuovo in guardia gli Stati della coalizione dei volenterosi contro un invio in territorio ucraino di truppe straniere. «I Paesi che assumono una posizione abbastanza viscerale non capiscono oppure non vogliono capire le terribili conseguenze di azioni così sconsiderate» ha detto. «Meno male che ci sono Paesi capaci di comprendere molto meglio la realtà».
Al resto, a quel che il Cremlino non vuole dire, ci pensa la grancassa mediatica. Le linee guida di repliche in modalità passivo-aggressive sono due. La prima è ormai un classico: si tratta di una provocazione ordita da Kiev. La seconda, già più inedita, riguarda la debolezza del sistema di difesa europeo, messa a nudo dallo «spiacevole incidente». Il commento dell’agenzia statale Ria Novosti è eloquente. «Varsavia ha ricevuto un sostegno caloroso, ma esclusivamente morale, dagli alleati della Nato. L’importante è che l’incidente abbia fatto capire la realtà dei fatti: la Polonia è il principale hub militare della Nato nella guerra contro la Russia, compreso il conflitto ucraino già in corso. E nessun rifiuto da parte di Varsavia di partecipare direttamente alle operazioni militari potrà cambiare questa situazione. Quindi, in caso di necessità, gli obiettivi sul territorio polacco non saranno solo legittimi, ma addirittura prioritari per l’esercito russo. E gli eventi recenti hanno dimostrato che i loro sistemi di difesa aerea non sono stati in grado di individuare nemmeno i bersagli più facili».
Aleksandr Kots, uno dei più ascoltati «corrispondenti di guerra» indica quelli che per lui sono i maggiori beneficiari dell’accaduto. «Droni come quelli, in Ucraina ce ne sono a tonnellate. Non è difficile portarne un paio ai polacchi affinché li mostrino alla conferenza stampa…» Sotto all’eloquente titolo «Una grande provocazione in Polonia: si cerca di trasformare l’Operazione militare speciale in una guerra di dimensione europea», anche Mikhail Rostovsky del Moskovskij Komsomolets, uno dei commentatori più vicini al presidente, manda lo stesso messaggio. «Fin dall’inizio, le autorità di Kiev hanno cercato in tutti i modi di costringere i Paesi occidentali a partecipare direttamente alle ostilità con la Russia. Ma, come possiamo vedere, ora questi tentativi hanno assunto un carattere particolarmente rischioso». Putin per ora tace. Come sempre, quando la situazione è davvero complicata.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
11 settembre 2025
© RIPRODUZIONE RISERVATA