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La Ets dai sogni di due studenti a Piazza Affari: «Pronti a crescere»

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Non erano, come cantava Gino Paoli, quattro amici al bar, ma due amici all’università, corso di Ingegneria meccanica, che ugualmente sognavano di cambiare il mondo. E che, in un certo senso, ci sono riusciti costituendo una società di progettazione ingegneristica multitasking che di strada ne ha fatta parecchia. Chi lo avrebbe detto che da quel lontano 1992, in cui Romano Donato e Giambattista Parietti davano vita alla loro Ets, acronimo di «Engineering and Technical Services», con sede a Villa d’Almè, un giorno i due amiconi, diventati soci, sarebbero arrivati in Borsa. E, invece, passo dopo passo, o meglio progetto dopo progetto, questa mattina per loro suonerà la fatidica campanella con cui ufficialmente si darà inizio alla contrattazione del titolo.

Un traguardo raggiunto con una serietà asseverata da Piazza Affari che, però, è anche una nuova sfida da cogliere con entusiasmo. Quello stesso con cui Donato e Parietti hanno costruito una realtà in cui valori professionali e umani si fondono in un «unicum» aziendale, fatto di risorse giovani, architetti ed ingegneri con un turn over pari allo zero, con cui aprirsi al futuro. Anzi con cui leggerlo, interpretando le tendenze di un mondo in costante evoluzione, dove alla classica ingegneria (infrastrutture di vario tipo, da quelle stradali e ferroviarie a quelle ospedaliere) si accompagnano i nuovi trend del nucleare, data center e idrogeno.
La nuova frontiera dell’ingegneria integrata, insomma, dove con un concept a 360 gradi tutti gli elementi in gioco confluiscono in un unico progetto. E progetto è la parola chiave di Ets; a Villa d’Almè si pensa, si programma, si pianifica, ma non si costruisce. «Non siamo un’azienda di costruzioni — ribadiscono a chiare lettere — offriamo un servizio completo di ingegneria integrata, seguendo ogni fase del progetto. Si parte dallo studio di fattibilità, passando all’analisi della vulnerabilità sismica e alla diagnosi energetica, fino alla progettazione esecutiva, alla direzione lavori e al coordinamento per la sicurezza. Un approccio “chiavi in mano” che garantisce efficienza, coerenza progettuale e pieno controllo sui tempi e sui costi». Elementi questi ultimi che sono il “plus” di qualsiasi operazione o cantiere, pubblico o privato, ma che il team di 120 professionisti («sono rimasti tutti da noi, e grazie alla loro formazione li consideriamo il nostro valore aggiunto», afferma con malcelato orgoglio Donato, oggi presidente) riesce a garantire sotto tutti gli aspetti.

Alla quotazione in Borsa, Ets c’è arrivata sulla scorta di una vision che, partendo da una struttura di gruppo già ben delineata, punta a consolidare il metodo organizzativo, in un quadro di crescita e di reputazione aziendale che consentirà alla realtà bergamasca di approcciare sfide professionali e progettuali più impegnative. «Dopo aver acquisito l’esperienza necessaria nel settore infrastrutturale e dell’edilizia sanitaria, tra cui l’ospedale Papa Giovanni XXIII, abbiamo intrapreso una strategia di diversificazione — rimarca Donato —. Siamo pronti a crescere ulteriormente per linee interne ed esterne e stiamo già valutando possibili acquisizioni strategiche, che ci permetteranno di ampliare la nostra attività sia dal punto di vista dell’offerta che dal punto di vista dell’espansione geografica». Il portfolio delle opere su cui Ets ha messo la firma, anche solo in provincia di Bergamo, è di lunghezza autostradale. Un Ebitda al 29% dice poi tutto della solidità finanziaria che, nel 2024, ha poggiato su un valore della produzione di oltre 15 milioni di euro (+9,6% rispetto all’esercizio precedente).


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26 settembre 2025 ( modifica il 26 settembre 2025 | 08:31)

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