
Il 6 ottobre del 1955 — esattamente 70 anni fa — faceva il suo debutto davanti a un pubblico incantato la Citroën DS, l’auto destinata a diventare un mito. Un oggetto di culto che rivoluzionò non solo la tecnologia, non solo il design ma divenuto in poco tempo un’icona del cinema, dell’arte, persino della politica e della cultura popolare. Dettaglio probabilmente non conosciuto dal grande pubblico: la Citroen Ds – ben presto ribattezzata «Squalo» o «Dea» dal francese Deesse – porta la firma di un designer italiano emigrato in Francia, Flaminio Bertoni, originario di Varese.
Il velo alla fantasmagorica vettura fu tolto la mattina di 70 anni fa al Salone dell’automobile di Parigi ma la casa di André Citroen lavorava al progetto da prima della guerra. Le cronache dell’epoca parlano di un pubblico sbigottito davanti alle linee che facevano somigliare l’auto a un’astronave. L’entusiasmo fu tale che in una sola giornata furono sottoscritti 12 mila contratti di vendita, 80 mila in una settimana. Questo a onta di un prezzo — già per l’epoca — non propriamente popolare. La Ds fece compiere un balzo in avanti all’evoluzione dell’automobile prima di tutto da un punto di vista tecnico: si trattava del primo modello a montare sospensioni idropneumatiche (quelle che avrebbero conferito l’andamento «ondeggiante» alla vettura), servosterzo e freni a disco anteriori. Ma la fantasia degli automobilisti fu colpita sopra ogni cose dal profilo disegnato dal progettista Flaminio Bertoni.
E qui arriva la parte forse meno conosciuta della storia. Bertoni, negli anni tra le due guerre, emigrò dall’Italia in Francia, avventura che ai tempi affrontavano migliaia di connazionali. Nativo di Varese, non era affatto un neofita del disegno industriale: s’era fatto le ossa nell’industria aeronautica fiorita a Varese e dopo alterne vicissitudini era approdato alla corte della casa parigina. Il primo progetto da lui «battezzato» fu l’evoluzione della Traction Avant ma negli anni avrebbe dato vita ad altri punti di forza della «flotta» Citroen come la Due Cavalli e la Ami 6. Da cosa nasce la fantasia creativa di Bertoni? Dalla gavetta, sicuramente, ma anche dalla sua passione per l’arte in generale e la scultura in particolare: leggenda non confermata parla di una frequentazione del designer italiano con i circoli del surrealismo che animavano in quegli anni la vita culturale parigina. Di sicuro respirò quell’aria.
Andrè Citroen pensava come detto da prima della guerra a rinnovare l’estetica e la meccanica della sua produzione. E in questo senso prese vita il progetto -inizialmente chiamato VGD – che avrebbe poi partorito la «Dea». Bertoni, dopo ripetuti tentativi non soddisfacenti (in particolare sulle dimensioni dell’auto, troppo grande per i garage allora diffusi in Francia) , avrebbe partorito la versione definitiva ispirandosi al profilo di un pesce. Consegnò il modello completo giusto in tempo per la presentazione al Salone dell’auto e facendosi aiutare negli ultimi febbrili giorni di lavoro da un operaio originario delle Antille. Il successo fu subito immediato: la Citroen DS si impose come oggetto di lusso, innovativo, un vero «salotto con le ruote» anche se negli anni avrebbe subito modifiche: lo stesso Bertoni concepì la versione «a doppio faro» costruendo di persona il prototipo. Questo avvenne poco prima della scomparsa del designer, avvenuta nel 1964, all’improvviso, all’età di appena 61 anni.
Il successo della Ds gli sopravvisse e anzi, accompagnò l’ultima fase della sua carriera. Pochi mesi dopo la presentazione, una Citroen Ds vinse il Rally di Montecarlo. Nel 1957 il filosofo Roland Barthes, nel saggio «Miti della vita quotidiana» definiti la bellezza dello «Squalo» «equivalente a quello delle cattedrali gotiche». In quello stesso anno all’edizione della Triennale di Milano fi esposto un modello della vettura, unica auto ammessa alla rassegna. Orgoglio e simbolo della «grandeur» francese, il cinema si impossesso rapidamente del gioiello di casa. Un modello della Ds compare nel film «La parigina» con Brigitte Bardot e nell’«Angelo di ghiaccio» con Alain Delon. Immancabile la presenza nel thriller politico «Il giorno dello sciacallo». Nel 2000 diventa protagonista assoluta nella pellicola australiana «La Dea del ‘67» in cui in collezionista giapponese cerca disperatamente di acquistare l’auto dei suoi sogni.
L’apoteosi sarebbe arrivata comunque nel 1968: nell’anno da tutti ricordato per l’esplosione della rivoluzione studentesca contro la società borghese e dei consumi, la Ds si consacra come simbolo di potere: il presidente francese Charles De Gaulle chiede alla Citroen la costruzione di un modello speciale, da usare come auto di rappresentanza per le grandi parate istituzionali. Dalla fabbrica ne esce una versione lunga oltre 6 metri, scoperta, più lunga della Lincoln usata dai presidenti Usa. L’epilogo si compie il 24 aprile del 1975 quando dalle linee di produzione Citroen esce l’ultimo modello dello «Squalo»: una foto celebrativa dell’epoca dice che quello fu il modello numero 1.330.755 assemblato a Parigi.
6 ottobre 2025 (modifica il 6 ottobre 2025 | 18:39)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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