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La Borsa premia conti e piani Eni: utili a 1,4 miliardi e cedola più alta

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Risultati in calo ma sopra le stime degli analisti per Eni, che ieri ha annunciato il sì del governo britannico al maxi progetto di cattura dell’anidride carbonica e ha chiuso in rialzo del 2,1% in Borsa a fronte di una crescita dello 0,96% di Piazza Affari. Fra gennaio e marzo il gruppo di San Donato Milanese ha registrato 1,4 miliardi di utili, con una riduzione dell’11% su anno, ma anche un calo del debito a 10,3 miliardi rispetto ai 12,17 miliardi al 31 dicembre 2024.

«I solidi risultati del primo trimestre — ha commentato il ceo Claudio Descalzi — sono il frutto della costante esecuzione della nostra strategia, nonostante il contesto macroeconomico incerto. Manteniamo la disciplina finanziaria e la determinazione nel fare leva sui nostri vantaggi competitivi basati sull’esplorazione, sulle tecnologie proprietarie e sui modelli innovativi di business per eseguire la trasformazione e generare valore per i nostri azionisti». In calo anche la produzione di petrolio (a 786 mila barili al giorno nel primo trimestre 2025, in calo dell’1% su anno) e di gas naturale (a 128 milioni di metri cubi al giorno, in riduzione del 9% su anno). Ma sempre ieri Eni ha confermato la scoperta di petrolio nell’offshore della Namibia con «buone proprietà petrofisiche» e nella conference call con gli analisti ha indicato che sono cinque le startup verso il via della produzione di greggio.

L’erosione dei conti è dovuta, tra l’altro, alla riduzione della domanda di petrolio e gas e del calo dei prezzi delle commodity causata principalmente dall’incertezza economica e dal timore della recessione in uno scenario di guerra commerciale. Per controbilanciare, Eni ha individuato «oltre due miliardi di euro di azioni di razionalizzazione della spesa», ha sottolineato Descalzi, che comprendono una riduzione degli investimenti netti e un’accelerazione nella strategia dei «satelliti» che mira a far emergere il valore delle attività di Eni al di fuori della produzione di combustibili fossili. «È in fase di definizione», ha detto Descalzi, «un nuovo satellite dedicato all’attività di cattura e stoccaggio dell’anidride carbonica» che ha già attratto l’interesse di diversi fondi e di Snam. La newco avrà in pancia il progetto di cattura della Co2 a Ravenna, ma anche in Regno Unito. E qui ieri il Cane a sei zampe ha incassato il sì definitivo al progetto Liverpool Bay Ccs dove l’Eni opererà le attività di trasporto e stoccaggio di CO2 all’interno del consorzio HyNet, che è l’elemento centrale di HyNet North West. Si tratta di uno dei progetti di decarbonizzazione industriale più importanti al mondo, che a regime potrà stoccare nei giacimenti di gas naturale esauriti di Eni nella baia circa 10 milioni di tonnellate di Co2, l’equivalente delle emissioni di quattro milioni di automobili. Descalzi ieri a Londra ha incontrato il premier Keir Starmer: «Abbiamo finalmente concluso un accordo con Eni che prevede l’assegnazione di 2 miliardi di sterline in contratti sull’intera catena di fornitura e creerà 2.000 posti di lavoro», ha dichiarato il primo ministro. E per quanto riguarda le attività legate alla transizione, il chief Transition & Financial officer Francesco Gattei ha ribadito il forte interesse su Plenitude: «Stiamo lavorando su una potenziale transazione per cedere un 15-20% e c’è una forte pressione competitiva». A fine 2025, la capacità installata di rinnovabili è attesa oltre 5,5 gigawatt. Confermato l’incremento del 5% del dividendo per l’esercizio 2025 a 1,05 euro per azione.© RIPRODUZIONE RISERVATA

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24 aprile 2025

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