Nove imprese su dieci in Italia esprimono forti critiche nei confronti della burocrazia nella Pubblica amministrazione. Un’azienda su due esprime un giudizio negativo perché dover affrontare questi problemi finisce per danneggiare la competitività e fare aumentare i costi. Sono in sintesi i risultati del Rapporto intitolato «L’impatto delle criticità della Pubblica amministrazione sulla competitività e la crescita delle micro, piccole e medie imprese: la ricerca elaborata da Conflavoro e Luiss Business School, è stata presentata ieri, 15 ottobre 2025, a Roma: per il 93% delle imprese italiane la burocrazia nella Pa ha impatto critico. L’inefficienza degli apparati amministrativi è un nodo ancora irrisolto. Il 18% indica meno propensione a investire. Inoltre il 93% delle imprese italiane ritiene che leggi, regolamentazioni e adempimenti burocratici abbiano un impatto problematico sulle loro attività e di queste, il 48% lo considera significativamente negativo, con conseguente aumento dei costi, diretti e indiretti. Lo studio ha interessato un campione rappresentativo di 650 imprese che operano sul territorio italiano nei settori manifattura, costruzioni, commercio, turismo e servizi, con una presenza maggiore di micro imprese (322). Nella ricerca è stato approfondito come le micro, le piccole e le medie aziende italiane percepiscono l’impatto che la Pubblica amministrazione ha sulla loro competitività e capacità di sviluppo. L’inefficienza degli apparati amministrativi – è stato spiegato – costituisce un nodo ancora irrisolto, che ha accompagnato il nostro paese durante tutta la sua storia.
L’impatto della Pa nella vita delle aziende
L’eccesso di leggi e normative rende le procedure pubbliche onerose, complesse, lente e incerte, con uno specifico impatto negativo sulle imprese, in particolare quelle meno solide, che presentano una sostenibilità economica meno forte. Secondo la ricerca di Conflavoro-Luiss Business School, il 43% delle imprese italiane segnala perdita di tempo e scoraggiamento imprenditoriale, mentre il 18% indica una minore propensione a investire. Riguardo al tipo di reazione che l’impresa ha rispetto alle problematiche causate dalla PA, il 25% limita la crescita per evitare eventuali difficoltà. Il 48% del campione intervistato ritiene che il vero problema sia la mancata attuazione delle norme. È significativa, poi, l’alta percentuale (40%) di aziende che ritiene che «la complessità delle norme è anche colpa delle imprese che operano nell’area grigia». Il 20% lamenta concorrenza sleale, il 15% lunghezza dei processi e il 4% imprevedibilità dei controlli. Per il 19% delle imprese, tra i fattori di criticità, vi è la «scarsa efficienza e competenza del personale della Pa», mentre il 13% evidenzia la «poca chiarezza sulla responsabilità dei funzionari pubblici». Sul fronte della digitalizzazione, la percezione è in gran parte positiva: il 39% del campione considera i «sistemi digitali della Pa efficienti e facilmente utilizzabili». Avere regole semplificate per le Pmi diverse da quelle previste per le grandi imprese è l’esigenza più diffusa tra le aziende (61%).
Proposte di miglioramento per la Pa
Come si evince dal Rapporto, per migliorare la sua azione nei confronti del mondo imprenditoriale la Pa dovrebbe: limitare il costo complessivo (diretto e indiretto) che l’impresa deve sostenere per allinearsi alla normativa rilevante in proporzione alla dimensione aziendale; attivare dei meccanismi di compensazione economica per le imprese più colpite; prevedere delle forme di esenzione mirate per le Pmi, nel caso in cui i costi generati dalla normativa sono troppo elevati e l’impatto sulla collettività è basso; rafforzare la formazione e la responsabilizzazione dei funzionari pubblici, riducendo il fenomeno della «burocrazia difensiva»; coinvolgere le associazioni di rappresentanza delle imprese minori; proseguire nella digitalizzazione delle procedure previste dalle normative.
Affinché queste azioni della Pa risultino efficaci occorre distinguere le imprese allineate alle normative da quelle che non lo sono e avvalersi, quindi, di un sistema di certificazione della compliance per dimostrare l’adesione dell’azienda alle previsioni di determinate normative.
Rizzetto: «La Pa deve saper ascoltare e rispondere alle imprese»
Secondo Walter Rizzetto, presidente XI Commissione Lavoro pubblico e privato della Camera dei deputati «occorre un nuovo approccio, con una Pubblica amministrazione che sappia ascoltare, misurare e rispondere alle esigenze del mondo imprenditoriale. Per rendere effettive le riforme, è indispensabile investire nella formazione e nella digitalizzazione, affinché la Pa diventi un vero partner di sviluppo per le Pmi». Sul tema della riduzione del costo del lavoro «il Governo sta intervenendo con misure significative, che vanno nella direzione di sostenere la competitività delle imprese e l’occupazione – aggiunge -. Per quanto riguarda i fondi interprofessionali siamo favorevoli a un rafforzamento dei controlli, così da garantire verifiche più approfondite e un utilizzo efficace delle risorse. È fondamentale promuovere una formazione continua, mirata e obbligatoria, in particolare quella legata alla sicurezza sul lavoro, che rappresenta uno strumento decisivo per ridurre il numero di infortuni. Un eccesso di formule burocratiche incide negativamente sulla produttività. Serve una regolamentazione più chiara e lineare, come quella impostata nel ddl Semplificazioni, capace di ridurre anche i costi legati alla consulenza e all’intermediazione». In una lettera inviata agli organizzatori Maria Teresa Bellucci, vice ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, è intervenuta dicendo: «Esprimo il mio apprezzamento per l’evento realizzato da Conflavoro in collaborazione con Luiss Business School, così significativo per il mondo produttivo italiano. Il dialogo tra Pubblica amministrazione e imprese, in particolare le micro, piccole e medie, rappresenta un asse strategico per lo sviluppo economico e sociale della Nazione. Il Rapporto non si limita a fotografare le criticità esistenti, ma propone soluzioni concrete per rafforzare l’interazione tra Pa e tessuto imprenditoriale. Semplificazione, digitalizzazione, trasparenza e valorizzazione del capitale umano sono i pilastri su cui il Governo Meloni è impegnato per rendere la macchina pubblica più efficiente e alleata dello sviluppo sia economico che sociale».
Capobianco: «Preoccupato dai risultati del rapporto»
Per il presidente di Conflavoro, Roberto Capobianco «il Rapporto che abbiamo realizzato insieme alla Luiss Business School offre un quadro stimolante di come l’impatto della Pubblica amministrazione, con i suoi limiti, influisce sull’attività delle micro, piccole e medie imprese. Preoccupa, in particolare, che il 93% del campione intervistato ritenga come leggi, regolamentazioni e adempimenti burocratici abbiano un impatto problematico sulle loro attività. È un dato che pesa ed è sintomatico di come sia urgente, oggi, andare oltre le analisi generiche e cercare di capire l’origine di queste difficoltà e del motivo per cui influiscano concretamente sulla quotidiana attività imprenditoriale». «Una maggiore consapevolezza su questi temi permette di approfondire le implicazioni reali dell’azione pubblica sulla competitività delle imprese di dimensione minore, tenendo conto delle differenze territoriali, dimensionali e settoriali – osserva Capobianco -. L’obiettivo resta quello di avvicinare la PA al mondo delle imprese per supportarne lo sviluppo in maniera funzionale, seguendo normative chiare e fluide e incentivando questa crescita».
Caroli: «Concorrenza sleale del sommerso»
Secondo Matteo Caroli, Associate Dean for Sustainability and Impact Luiss Business School «ci sono due criticità che ostacolano lo sviluppo delle imprese italiane. La prima riguarda la grande quantità di norme, spesso complesse e articolate, mentre la seconda è legata ai limiti di effettività, con il risultato che chi non rispetta le normative ha una probabilità significativa di non essere scoperto: la concorrenza sleale del sommerso penalizza chi opera nella legalità. In questo contesto, le PMI necessitano di una semplificazione normativa e di leggi pensate per la loro dimensione e le loro peculiarità. La proposta di legge sulle PMI, attualmente in discussione al Senato, rappresenta quindi un passo avanti significativo. Dalla ricerca emerge, inoltre, l’importanza di un continuo miglioramento delle competenze all’interno della Pubblica Amministrazione. In particolare, su temi tecnici, spesso mancano competenze adeguate, creando difficoltà nell’interazione tra gli imprenditori e la Pa. Infine, è necessaria una comunicazione più efficace da parte della Pa in merito ai cambiamenti normativi, dato che molte imprese non hanno una chiara percezione o conoscenza delle novità legislative. Una migliore diffusione delle informazioni potrebbe facilitare il rispetto delle regole e migliorare il rapporto tra imprese e istituzioni».
16 ottobre 2025 ( modifica il 16 ottobre 2025 | 16:56)
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