
I Delta V sono stati tra i primi a portare l’electro-pop italiano in radio con un espediente sofisticato ed elegante: reinterpretare i brani classici della nostra tradizione, come «Se telefonando», «Un’estate fa» o «Ritornerai». «All’epoca però non esistevano i talent che sfornavano cover a ripetizione», ricorda Carlo Bertotti, che insieme al compagno di banco del liceo Flavio Ferri ha fondato il gruppo. E che ha avuto diverse voci femminili (Francesca Touré e Gi Kalweit), ultima nella formazione Marti. «Oggi non avrebbe più senso farlo, tant’è che abbiamo smesso». Ma non hanno mai cessato l’attività, nonostante le lunghe pause che si sono presi negli anni. Sono appena tornati e sono pronti a girare l’Italia con un tour dal complesso allestimento musicale, che prevede campionamenti e mash-up e celebrerà il trentennale della band, e con un nuovo singolo, «Nazisti dell’Illinois».
Il brano colpisce per il testo molto critico nei confronti del panorama odierno: «Brucia le classifiche/ non accontentarti mai/ al limite spara al dj». Il problema, secondo Bertotti, non si limita alle charts, ma sta una società in crisi di valori. «Certo, a livello di ascolti c’è un’accettazione supina di ciò che ti propongono, ma non si combatte più per un ideale, musicale e non, perché se li sono mangiati tutti» osserva.
I nazisti dell’Illinois, un termine preso in prestito dal film Blues Brothers, hanno un significato più profondo: sono «tutte quelle frange di esasperati che sfogano le loro paure in derive come l’hating online, il suprematismo o il complottismo». Quando hanno concepito l’idea della band, i Delta V erano due studenti del liceo linguistico. «Avevamo l’esigenza di dire qualcosa e di farlo in fretta, ma non nascevamo musicisti: così abbiamo deciso di provare con l’elettronica» racconta. «Ancora oggi ci consideriamo degli apprendisti stregoni che evocano un immaginario con i loro sintetizzatori».
Nel 2008 congelano il progetto per dedicarsi ad altro. «Flavio ha continuato facendo il produttore, io che da autore sceneggiavo i nostri videoclip ho cominciato a scrivere per la tv» spiega Bertotti. «Nel 2019 abbiamo deciso di rimetterci in moto; non per nostalgia, ma per raccontare quello che siamo oggi».
19 aprile 2025
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