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Kelly Doualla, la star 15enne dell’atletica italiana: «Se vinco una medaglia hamburger e patatine»

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Lassù a Tampere, in Finlandia, c’è un’energia speciale. Forse sono i boschi, forse la congiuntura dei due laghi, forse la potenza della gioventù che da oggi esploderà negli Europei indoor Under 20. L’Italia è atterrata con 91 azzurrini in stiva e l’intenzione di stupire come nel 2018, quando nel Mondiale di categoria ci prendemmo l’oro della 4×400 (Gjetja, Romani, Sibilio, Scotti).

Di questo, e molto altro, Kelly Ann Maevane Doualla Edimo da Pavia, 16 anni da compiere il 20 novembre, il talento più sfolgorante dell’atletica continentale, sa nulla. Ha l’alibi dell’età, naturalmente. Sette anni fa era alle elementari, le due donne italiane che le stanno davanti nella progressione all time sui 100 metri — Zaynab Dosso (11’’01) e Manuela Levorato oggi vicepresidente Fidal (11’’14) — fa fatica a collocarle nello spazio e nel tempo. 

A quindici anni si corre per il puro gusto di andare veloci, non per riscrivere la storia. «Quando esco dai blocchi non penso a niente, mi lascio dietro tutto» dice dalla Finlandia Speedy Kelly, treccine blu e futuro spianato davanti, assistita in un esercizio che ancora non maneggia come il tartan, l’intervista, da coach Walter Monti, che la allena a San Donato Milanese. E che pensieri avrai mai da lasciarti alle spalle, Kelly? «La scuola, i compiti, gli amici… Quelle cose lì».

Kelly Doualla (atletica): «A 15 anni se vinco hamburger e patatine: quando corro, non penso a niente»

Questa storia inizia in seconda elementare, quando la maestra Claudia, che insegna anche ginnastica, si accorge che le fibre della figlia di Roudolph e Hortense, arrivati in Italia dal Camerun nel ‘99 a San Giuliano (Milano) per raggiungere uno zio perfettamente integrato, sono nobili. «La maestra da giovane aveva fatto atletica: aveva l’occhio. La iscriva al campo, ha detto a mia mamma. Che ha subito detto sì: non ne poteva più di avermi tra i piedi!». 

La piccola, con la collaborazione del fratello Frank, è un terremoto: «Facendo la lotta, abbiamo rotto il letto dei miei almeno due volte — se la ride —. Non avendo paghetta da sospendere, ci hanno sgridati e via». L’atletica le è piaciuta subito perché è lanci, salti, corse, argento vivo. «Faccio anche il lungo, ho 6,42 come miglior misura: nella categoria allievi lo porterò avanti però quando salto uso meno velocità sennò vado fuori giri. Ho nuotato e giocato a tennis, lo sport preferito di mamma. Però mi ha chiamata come Shelly Ann Fraser, la mia campionessa preferita insieme a Tara Davis. Papà ama il calcio ma è stato d’accordo. Mamma è juventina, io e Frank milanisti: da piccola lo imitavo in tutto. Ma l’atletica è solo cosa mia».

Detiene il record europeo U18 sia nei 60 (7’’19) che nei 100 (11’’21), nello sprint si è migliorata quattro volte nell’arco di 37 giorni, da Brescia (11’’37) a Skopje, primo passaggio in azzurro. Monti sa bene che Doualla non potrà limare centesimi ogni volta che scende in pista: le manca l’adrenalina della sfida spalla a spalla, l’esperienza andrà costruita con metodo e pazienza. «Ogni gara fa meglio, e quando non succederà più bisognerà abituarsi — spiega il coach —. Anche il lavoro, a 15 anni, va dosato. Il lunedì Kelly fa lavori di forza: mobilità e elasticità per rinforzarla dopo lo strappo al bicipite femorale di inizio stagione. Pesi in palestra? Ancora no. Quest’anno ha fatto dieci sedute di traino, senza carichi pesanti: 5 kg massimo».

«Più che un traino, un trainetto» interviene lei con spirito, uno dei talenti della scorpiona doc. «Nei giorni X del mese è intrattabile, se la correggi ti azzanna…» la punzecchia l’allenatore. «Però le tue critiche tecniche le accetto — risponde lei —. E non sai che ho una bambolina voodoo con la tua faccia in camera…». 

Hortense, che legge tutti i commenti sui social, anche quelli beceri e razzisti, dice che gli italiani a volte sono strani. «Lei magari ci rimane male ma non me lo dice. Per me il problema non esiste — taglia corto —. Mi tengo fuori: non leggo i giornali che parlano di me né quello che mi si può ritorcere contro. Non voglio demoralizzarmi: le critiche inutili non mi interessano».

Se in pista Doualla ha risultati e approccio già da adulta, nella vita di tutti i giorni è un’adolescente perfettamente rispondente ai suoi 15 pochissimi anni. «Basta sentire cosa dice e quale musica ascolta con le compagne nelle trasferte in pullmino» la prende in giro affettuosamente Monti. Afro-trap francese a palla («È la lingua che parlano i miei, l’inglese lo sto studiando: mi tocca»), Instagram e Tik Tok come social di riferimento, più per guardare che per postare («Video di cantanti e cucina, mi piace rifare le ricette: il mio forte è il tiramisù, rigorosamente con mascarpone e savoiardi, altro che pavesini; finché lo mangiano, lo prendo come un complimento»). Il vecchio sogno di fare la veterinaria è stato accantonato per un ottimo motivo: «Mi sono accorta di aver paura di molti animali, anche domestici. Una volta un cane stava per mordermi, mamma l’ha impedito». 

In Camerun ci è stata appena nata, zero ricordi. «Là ci sono gli 11 fratelli di papà e i sette di mamma. Vorrei tornarci l’anno prossimo». Racconta che ammira il lavoro dei suoi, operatori socio-sanitari: «Ogni tanto chiamo mamma e mi faccio passare una signora anziana tra quelle che assiste, giusto per strapparle un sorriso con un saluto a sorpresa».

In palio a Tampere, in caso di medaglia, Big Mac e patatine. Poi si porrà il bellissimo problema se portare Doualla al Mondiale di Tokyo nella staffetta. Nessuno, né la Fidal né coach Monti, vuole fare il passo più lungo della gamba. «Sarebbe un’esperienza da fare, forse è un pochino presto» è il parere dell’impunita. Kelly va di fretta, come il tempo: per questo vanno d’accordo.

7 agosto 2025 ( modifica il 7 agosto 2025 | 07:20)

7 agosto 2025 ( modifica il 7 agosto 2025 | 07:20)

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