
Per la cronaca, Juve-Atalanta si gioca alle sei della sera dentro l’Allianz Stadium, ma per la storia (recente) non è esattamente casa dolce casa: Madama ha vinto l’ultima il 14 marzo 2018, quando ancora c’era l’Impero dei nove scudetti, poi il diluvio (5 pareggi e due sconfitte), universale l’ultima volta, con lo 0-4 che iniziò a svitare i bulloni della panchina di Thiago Motta. «Abbiamo lavorato bene, ma sarà fondamentale giocare con attenzione — chiarisce Igor Tudor — senza lasciare spazio all’Atalanta». Perché Ivan Juric, il collega, è uno troppo bravo: «E un amico, che ha un modo di allenare fantastico e che ha fatto cose straordinarie, ma è un po’ sottovalutato». Il tecnico nerazzurro ricambia: «Giochiamo contro una grande squadra, sarà dura».
Con la Juve — come la Dea, del resto — sull’uscio di un’altra settimana strizzata tra Champions (a Villarreal) e di nuovo campionato (Milan), Tudor è alla prese con dubbi di assemblaggio: «A certi giocatori non vuoi rinunciare mai, poi magari, nel corso della partita, ti dici: «era meglio questo invece di quello». Solito ballottaggio in prima linea, per il nove, con chance per Zhegrova (o Conceicao) di fianco a Yildiz. Resta un giocatore speciale Cambiaso — «un terzino che vede le cose come un centrocampista» — ma che «dovrebbe avere più costanza»: nel caso, «potenzialmente è giocatore da migliori club, City, Real, Liverpool». Parole — di rara sincerità — che hanno fatto un po’ arrabbiare l’ala più ortodossa e orgogliosa del tifo. Imperturbabile nonchalance per l’ingaggio del preparatore atletico Darren Burgess, diventato subito guru (sui social): «Questo signore non è ancora arrivato».
Nell’attesa, notevole performance di bilancio (al 30 giugno 2025) approvato ieri dal cda (uscente): perdita consolidata limitata a 58,1 milioni di euro, rispetto al profondo rosso di un anno fa (-199,2 milioni). Ricavi in crescita, a 529,6 milioni. Condizioni particolarmente buone (4,15% annuo) hanno portato a un bond (di 12 anni) da 150 milioni che consentirà una miglior struttura dell’indebitamento finanziario; mentre la solidità patrimoniale, su cui hanno pesato (anche) l’uscita precoce dall’Europa e l’esonero dello staff di Motta, sarà rafforzata dall’aumento di capitale fino al 10% della capitalizzazione (a oggi, sui 110 milioni) che il cda proporrà all’assemblea degli azionisti del 7 novembre. Già versata la quota della Exor di John Elkann: da sempre, un bel paracadute.
27 settembre 2025 ( modifica il 27 settembre 2025 | 07:02)
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