
In carriera 198 gol, una vita da avversario del Napoli soprattutto con la maglia dell’Inter. È la storia di Julio Cruz, ex centravanti che qualche giorno fa si è recato da turista ai Quartieri Spagnoli per visitare il museo laico del pallone, il murale di Diego Armando Maradona in compagnia di suo figlio Juan Manuel che gioca nel Verona da attaccante proprio come il papà.
Il murale di Maradona ai Quartieri Spagnoli è considerato il secondo sito turistico più visitato in Italia.
Cosa ha provato nell’osservare questo luogo di devozione laica nei confronti di Diego?
«Una bellissima emozione, mio figlio è un calciatore, io un ex, ci siamo immersi insieme nelle sensazioni del luogo. Abbiamo capito quanto Diego sia stato amato a Napoli per quello che ha fatto. Conserva ancora un posto speciale nel cuore dei napoletani. È la prima volta che ci vado, si respira calcio, poi sono stato molto felice di vedere tantissimi argentini che s’identificano con Napoli indossando maglie del Belgrano, dell’Independiente. Si nota il grandissimo affetto della gente, Diego ha trasformato la città partendo dal pallone, è una cosa fantastica».
Suo figlio è un attaccante proprio come lei. Quali consigli gli da?
«È semplice, fa l’attaccante, deve far gol. Ha avuto degli infortuni, in quest’annata giocherà al Verona e vedremo cosa riuscirà a fare».
Da avversario ha affrontato il Napoli al ritorno in serie A dopo pochi anni, nella prima parte dell’era De Laurentiis. Vederlo campione d’Italia due volte in tre anni che effetto le fa?
«È bello soprattutto per la città, basta pensare che il Napoli ha vinto quattro scudetti in tutta la sua storia. Due con Diego, altri due negli ultimi tre anni. Penso che l’ultimo trionfo sia stato molto sofferto, credo che per i napoletani sia stato bellissimo vincere con un solo punto di vantaggio sull’Inter ma non è finita qui. Il Napoli per me punterà a vincere di nuovo lo scudetto e a far bene anche in Champions League. Lo dimostra l’acquisto di De Bruyne che non è più giovanissimo ma è un giocatore molto forte, ha esperienza internazionale, si rivelerà prezioso anche in Champions League».
Il prossimo acquisto dovrebbe essere Noa Lang dal Psv Eindhoven. Arriverà in Italia dal campionato olandese come lei nel 2000, quando passò dal Feyenoord al Bologna. Quali insidie può comportare un trasferimento del genere?
«Il livello di pressione è completamente diverso tra l’Olanda e l’Italia, Noa Lang dovrà gestire soprattutto questo cambiamento, per me non è stato facile. In Olanda, però, si gioca un calcio molto propositivo in cui c’è l’abitudine a liberare il proprio talento, tutto ciò può aiutarlo a mettere in mostra le sue qualità».
La certezza dell’attacco del Napoli è Romelu Lukaku. Cosa può dare ancora agli azzurri dopo lo scudetto?
«Tanto, anche in Champions League. Può piacere o meno ma Lukaku in ogni squadra in cui va diventa fondamentale, con il suo gioco di forza e potenza. Ha avuto un peso specifico rilevante nello scudetto del Napoli».
Il Napoli sta valutando se affiancargli Nunez o Lucca. Da ex centravanti, che scelta farebbe?
«Nunez mi piace molto, ha dimostrato il suo valore a livello internazionale anche con la nazionale uruguagia. Lucca si è rivelato un grandissimo giocatore all’Udinese, a differenza di Nunez deve ancora dimostrare completamente il suo potenziale. Penso che il Napoli abbia anche in casa degli attaccanti forti, Simeone è molto bravo e poi c’è Osimhen che è fortissimo. È un peccato che non torni a giocare nel Napoli».
Se andasse alla Juventus, potrebbe spostare gli equilibri del campionato?
«Sì, fa la differenza, l’ha dimostrato anche al Galatasaray».
Chi è il nuovo Cruz?
«Il calcio è cambiato, non ci sono neanche i nuovi Vieri, Adriano, Crespo, Corradi. Noi vivevamo soprattutto per fare gol, oggi, invece, l’attaccante deve lavorare tanto anche per la squadra».
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3 luglio 2025 ( modifica il 3 luglio 2025 | 09:34)
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