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Jannik Sinner, l’aneddoto sulle finali perse davanti a mamma Siglinde: «Dopo i ko a Roma e Parigi a Londra sarebbe stata l’ultima occasione»

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Jannik Sinner torna a parlare del difficile rapporto della madre Siglinde con l’ansia per le sfide del figlio. Un aspetto che già era balzato agli onori delle cronache negli anni scorsi. Stavolta la confessione, arricchita di dettagli divertenti, arriva direttamente dal campione altoatesino, di nuovo numero 1 del ranking mondiale, in un’intervista a Sky Sport: «Qualche anno fa quando ho iniziato a giocare meglio mi aveva detto che non avrebbe voluto essere nel mio box ma che in caso di finali del Grande Slam in Europa ci sarebbe stata. All’inizio ho riso e le ho detto di sì ma pensavo che non sarebbe mai successo». Poi però è successo davvero e Jannik ha iniziato la sua rapida ascesa al trono del mondo e così la mamma ha iniziato a presenziare agli appuntamenti importanti come gli Internazionali di Roma e il Roland Garros. «A Roma non ha visto nessuna partita eccetto la prima poi si è presentata per la finale e ho perso – ha ricordato Sinner -. Poi quando arrivo alla finale del Roland Garros viene in tribuna e assiste a una partita in cui succede di tutto (rocambolesca sconfitta con rimonta subita da Alcaraz, ndr) ma le dico che, avendo superato quelle emozioni, sarebbe stata pronta a tutto».

Una famiglia modello

Già perché l’emotività di Siglinde la porta a soffrire ancora più del figlio in campo che però rivela uno scherzoso aneddoto, dopo le due finali perse davanti agli occhi di mamma: «Quando mi ha confermato che sarebbe venuta a Wimbledon, non volevo dirglielo ma ho pensato che sarebbe stata la sua ultima occasione». Ora anche per la donna è previsto una specie di corso per la gestione dell’emozione: «Ho chiesto al mio mental coach Ceccarelli di aiutarla – ha proseguito Jannik, con il sorriso sulle labbra -. Già adesso si vede che non sorride più ma è tutta concentrata. Non farà più nemmeno l’applauso!». Tornando serio, Sinner ha concluso dedicando un pensiero all’impegno messo dai genitori nella sua crescita umana e sportiva: «Volevano che sia contento e lo vogliono ancora. Sono molto felici per quello che sono diventato e per il mio successo. Hanno visto che non ero felice dopo Parigi ed erano preoccupati durante i tre mesi di squalifica. Quando poi sono entrato nel centrale di Wimbledon papà era lì, sono entrato in campo, l’ho visto ed è stato come sentirgli dire che ce l’avevo fatta».

6 novembre 2025

6 novembre 2025

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