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Jackie Chan: «Volevo essere il De Niro asiatico. A 71 anni posso ancora combattere»

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LOCARNO (SVIZZERA) «I’m not Bruce Lee. Io non sono Bruce Lee». Precisazione necessaria: molti ancora oggi confondono Jackie Chan, pseudonimo di Chan Kong-Sang, con il re del Kung Fu morto da cinquant’anni. Classe 1954, nato a Hong Kong ma americano a tutti gli effetti, Chan è un vulcano di energia con 200 film alle spalle. Per le enciclopedie del cinema, è «un artista marziale». Per i fan, l’icona e la star della saga di Karate Kid, un cine-amico per la pelle capace di orientare le arti marziali al comico. Per Giona Nazzaro, direttore del festival di Locarno – dove ha ricevuto il Pardo d’oro alla carriera – «un genio che ha reinventato il concetto di film d’azione». Lui voleva semplicemente diventare «il De Niro asiatico».

La sua è una violenza accademica, stile Bud Spencer e Terence Hill. Nella sua carriera, Bruce Lee è un chiodo fisso. Chan ebbe una piccola parte in I tre dell’operazione Drago: in un duello Lee lo colpì accidentalmente con un bastone. Lui portò a termine le riprese senza battere ciglio. «Però non sono Superman. Quando faccio cose difficili ho paura. Prima di un’acrobazia, mi chiedo sempre: stavolta morirò?». Chan racconta i suoi inizi: «Ero pigro e ribelle. Non volevo studiare, ecco perché mio padre mi ha mandato a scuola di arti marziali». Partì come comparsa e stuntman in Dalla Cina con furore, un altro film di Bruce Lee. «Allora pensavo: fare cinema è fantastico, mi dà la possibilità di avere il mio cestino per il pranzo». 

È anche un cantante e ne ha dato dimostrazione durante una pubblica conversazione trasformata in un bagno di folla tra i fan. Ricorda il padre cuoco che un giorno, mentre stava cucinando per una cena all’ambasciata americana, gli disse: «Figlio mio, io ho 60 anni e posso ancora cucinare. Tu potrai ancora combattere quando avrai 60 anni?». Allora Chan non sapeva cosa rispondere, «ma ora sono sicuro: sì, a 71 anni posso ancora combattere». Sul palco del Locarno Film Festival si è presentato con due panda di peluche, augurando a tutti «pace e amore» e concludendo con un italianissimo: «Ti amo».

10 agosto 2025

10 agosto 2025

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