Home / Esteri / Ius soli negli Usa, vittoria per Trump: la Corte Suprema limita i poteri dei giudici dei tribunali inferiori. «Non potranno bloccare gli ordini del presidente»

Ius soli negli Usa, vittoria per Trump: la Corte Suprema limita i poteri dei giudici dei tribunali inferiori. «Non potranno bloccare gli ordini del presidente»

//?#

Il destino dello ius soli negli Stati Uniti è ancora saldo ma oggi il presidente Donald Trump può cantare vittoria: la Corte Suprema americana ha limitato il potere dei giudici dei tribunali inferiori di sospendere le sue decisioni in materia di cittadinanza. Nel primo mese del suo ritorno alla Casa Bianca, il presidente ha infatti annullato il diritto di cittadinanza per chi nasce negli Stati Uniti. L’abolizione dello ius soli, sancito dal XIV emendamento della Costituzione, è uno dei cavalli di battaglia del tycoon.

La Corte ha tuttavia segnalato che il piano del presidente di porre fine di fatto alla cittadinanza per nascita potrebbe non essere mai applicato. Chiunque nasca sul territorio degli Usa acquisisce automaticamente la cittadinanza, indipendentemente dalla nazionalità dei genitori.

In una sentenza con 6 voti favorevoli e 3 contrari, derivante appunto dal tentativo di Trump di porre fine allo ius soli, la Corte ha affermato che le ingiunzioni a livello nazionale emesse dai giudici di grado inferiore «probabilmente superano l’autorità di equità che il Congresso ha concesso ai tribunali federali». La Corte non si è pronunciata immediatamente sulla costituzionalità dell’ordine esecutivo di Trump che pone fine alla cittadinanza per nascita.

Trump esulta su Truth: «Vittoria enorme alla Corte Suprema! Persino la bufala del diritto di cittadinanza per nascita è stata, indirettamente, colpita. Congratulazioni al Procuratore Generale Pam Bondi, al Procuratore Generale John Sauer e a tutto il Dipartimento di Giustizia», ha scritto il tycoon annunciando una conferenza stampa alla Casa Bianca alle 11.30 ora locale, le 17.30 in Italia.

La sentenza della Corte Suprema è contenuta in 119 pagine e mostra l’ennesima spaccatura fra i saggi, con i sei conservatori che hanno votato a favore e i tre liberal contrari. «Alcuni sostengono che l’ingiunzione universale fornisca alla magistratura un potente strumento per controllare il potere esecutivo ma i tribunale federali non esercitano una supervisione generale sul potere esecutivo; risolvono casi e controversie in conformità con l’autorità del Congresso ha loro conferito. Quando un tribunale conclude che il potere esecutivo ha agito illecitamente, la risposta non è che il tribunale debba a sua volta eccedere i suoi», ha scritto nella sentenza Amy Comey Barrett, la conservatrice nominata alla Corte Suprema. 

«Lo stato di diritto non è scontato in questo paese, né in altri. È un precetto della nostra democrazia che durerà solo se coloro che, in ogni ambito, saranno abbastanza coraggiosi, lotteranno per la sua sopravvivenza. Oggi la corte abdica al suo ruolo vitale in questo sforzo», ha invece afferma Sonia Sotomayor, esprimendo il suo dissenso dalla maggioranza dei colleghi.
  
La sentenza è destinata ad avere un impatto ben più ampio rispetto allo ius soli ampliando di fatto il potere esecutivo.

Articolo in aggiornamento….

27 giugno 2025 ( modifica il 27 giugno 2025 | 17:08)

27 giugno 2025 ( modifica il 27 giugno 2025 | 17:08)

Fonte Originale