Altro che una banca digitale, una challenge bank o una startup. Dietro al marchio isybank del gruppo Intesa Sanpaolo c’è un progetto di digitalizzazione dell’intero cuore operativo della prima banca italiana, che entro la fine di quest’anno verrà ammodernato su una piattaforma cloud. Il cuore digitale di Intesa si chiama isyTech e su questa piattaforma entro fine anno passeranno, senza accorgersene, tutti i conti dei clienti del gruppo, inclusi i clienti di Fideuram e del Private banking. Una piccola rivoluzione per oltre 14 milioni di titolari, nel segno della modernità e della riduzione dei costi, su cui il ceo Carlo Messina, inserendo il progetto nel piano d’impresa in corso, ha investito 650 milioni di euro.
Progetto triennale
Il progetto è nato nel 2022 su iniziativa di Stefano Barrese, a capo della Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo ed è stato raffinato da Massimo Proverbio, responsabile tecnologico del gruppo. Poi, è stato messo in mano ad Antonio Valitutti, classe 1980, salernitano di Battipaglia che prima di sbarcare in Intesa, era il 28 marzo 2022, si è laureato in ingegneria elettronica a Torino con il massimo dei voti, arrivando ad un master a Chicago e a lavorare per l’Agenzia spaziale europea. Esperto di antenne aerospaziali, Valitutti non ha subito captato il fascino del gruppo Sella, dove è entrato nel 2005 convinto di rimanervi sei mesi. Otto anni dopo, durante un viaggio in India, Pietro Sella gli propose di creare da zero una banca per smartphone. In centoventi giorni Valitutti presentò il progetto al consiglio di amministrazione. Nacque così Hype, di cui Valitutti è considerato il padre. Ha lasciato Sella dopo la firma della joint-venture con illimity per andarsi a insediare ai piani alti del palazzo al 22 di via Melchiorre Gioia, a Milano, dove ha sede isybank e dove, quasi in contemporanea, sono arrivati Claudia Vassena e Tommaso Pellizzari, entrambi con un passato in Unicredit.
Doppia funzione
Ingegner Valitutti, parliamo del progetto: Isybank è una banca che nasce per tagliare i costi.
«Isybank nasce come iniziativa di digitalizzazione di quello che è il core tecnologico di Intesa Sanpaolo. Isybank ha una duplice funzione per il gruppo. La prima è avere un operatore cloud based per competere con le fintech, con un core banking che fa funzionare un’offerta di nuova generazione e ben si presta a importare tutto quanto di nuovo arriverà dal digitale. La seconda è quella di laboratorio: un progetto integrato nella Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo per servire clienti sempre più digitali, in particolare i giovani. La nostra non è una segmentazione per età, ma per bisogno: vogliamo servire clienti che abbiano esigenze semplici. Questo si realizza attraverso isytech, la piattaforma tecnologica su cui è fondata isybank e che, dopo due anni di test, stiamo portando gradualmente in Intesa Sanpaolo. Abbiamo iniziato con i prodotti relativi ai prestiti, entro la fine del 2025 l’intera piattaforma tecnologica di Intesa Sanpaolo sarà rinnovata e sostituita dall’esperienza maturata da isytech con isybank. Tutto il mondo privati del gruppo, non solo di Banca dei Territori ma anche Fideuram e il private banking, beneficerà di questo upgrade tecnologico e utilizzerà isytech. un effetto sarà sicuramente il contenimento dei costi, come previsto da piano, ma Isybank è molto, molto di più».
Investimenti in tecnologia
Quanto avete investito su questo progetto?
«Il gruppo sul progetto IsyTech, di cui Isybank è una parte, ha investito 650 milioni di euro in arco di Piano».
Vantaggi?
«In una parola è l’omnicanalità. Oggi siamo nella multicanalità. La differenza è sostanziale. Come cliente potrò iniziare qualsiasi processo da qualsiasi canale e concluderlo su un canale diverso. Inizio dal pc e finisco in filiale, dopo essere passato dallo smartphone e senza dover ricominciare».
L’inizio è stato balbettante. Si oppose l’Antitrust, perché stavate trasferendo circa 3 milioni di clienti, cambiandogli l’Iban, senza chiederglielo.
«A giugno 2023 abbiamo lanciato la banca digitale. puntando da subito all’acquisizione di nuovi clienti. Per quelli che in Intesa Sanpaolo rispondevano al profilo ideale per isybank abbiamo iniziato il trasferimento, comunicandolo e offrendo benefici come la riduzione dei costi. Iniziammo trasferendo circa 275 mila clienti. L’Antitrust però aprì un procedimento nei nostri confronti e ci richiamò a un comportamento diverso. Abbiamo ricevuto circa 3 mila reclami su 3 milioni di potenziali clienti, ma ogni voce è stata ascoltata. Ci siamo adeguati immediatamente alle richieste dell’Antitrust, lavorando per mesi per soddisfare, con un dettagliato piano di attività, tutte le richieste. L’Antitrust ha quindi approvato le misure adottate, non ci ha sanzionato e siamo ripartiti. Da luglio 2024 con circa 350 mila clienti in isybank, è iniziata una crescita record: solo ad ottobre ci sono stati più di 200 mila nuovi clienti. Oggi abbiamo superato un milione».
Modello esportabile
Chi è il vostro cliente
«Ha meno di 30 anni. Può essere uno studente con le prime entrate o un giovane lavoratore, alla ricerca di convenienza, semplicità di utilizzo, con bisogni molto semplici, da soddisfare utilizzando lo smartphone».
Uno dei punti deboli delle banche digitali risiede nella giacenza media della clientela. I conti sono leggerissimi, quasi vuoti: centinaia se non decine di euro. Qual è la vostra giacenza media?
«Noi abbiamo oltre 2,6 miliardi di euro di giacenze complessive. Quindi, avendo un milione di clienti, la giacenza media è di 2.600 euro, molto alta per una fintech. Mi piace sottolineare anche che abbiamo circa 150 mila stipendi accreditati sul conto isybank e 220 mila domiciliazioni. Significa che siamo la loro banca di riferimento».
Quando arrivate a due milioni di clienti? E a dieci?
«Non abbiamo fretta di raddoppiare la clientela, ma con oltre mille nuovi clienti in media al giorno stiamo affrontando bene anche questa sfida. Sempre con l’obiettivo di portare valore addizionale alla Banca dei Territori e a Intesa Sanpaolo. Nel 2024 abbiamo portato al gruppo un contributo di 13,7 milioni di utile netto».
I vostri principali competitor?
«Tutte le challenger bank. Ma anche le banche digitali nate in seno ai grandi gruppi bancari. Oggi in Italia ci sono circa 30 milioni di clienti potenzialmente interessati a questo tipo di servizio».
Che futuro avrà questo progetto?
«Questo è un progetto che guarda avanti, siamo una storia italiana di successo. Lo avevamo chiamato in codice Progetto del Canguro, perché il canguro è l’unico animale che non sa camminare all’indietro. Così è per noi: questo è un progetto che può andare solo avanti, ideato e voluto da Stefano Barrese, che guida la Banca dei Territori e Massimo Proverbio, Chief data, A.I. and technology officer del gruppo».
Isybank è un modello esportabile su altri mercati?
«Il modello si presta, grazie alla nuova tecnologia utilizzata, ma è prematuro parlarne. Di sicuro non è un capitolo del piano industriale in essere».
16 giugno 2025
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