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Israele: «Valico di Rafah chiuso fino a quando non verranno restituiti i corpi degli ostaggi morti a Gaza»

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DAL NOSTRO INVIATO 
TEL AVIV – I servizi segreti egiziani stanno muovendosi dentro Gaza per individuare i resti degli ostaggi ancora da recuperare. Ricevono informazioni anche dagli israeliani, che sostengono: «Hamas non sta facendo abbastanza», l’organizzazione sa – secondo loro – dove sarebbe seppellita la maggior parte dei 24 cadaveri. 

La prima fase dell’intesa mediata da americani, egiziani e rappresentanti del Qatar prevedeva la restituzione di tutti i corpi, assieme ai 20 ostaggi ancora in vita tornati a casa ieri: i fondamentalisti hanno rimandato indietro per ora solo quattro bare di legno.
    
Il governo guidato da Benjamin Netanyahu ha deciso di rinviare l’apertura del valico di Rafah, sulla frontiera con l’Egitto, fino a quando non verrà superata quella che considera «una grave violazione del patto». 

Fonti militare nei giorni scorsi avevano ammesso «che potrebbero volerci mesi per trovare tutti i rapiti rimanenti», molti rimasti sotto le macerie.
I parenti dei sequestrati si sono rivolti a Steve Witkoff, l’emissario di Donald Trump che ha svolto il ruolo principale nella mediazione verso la tregua: «Quello che temevamo sta succedendo. Solo quattro famiglie possono offrire una sepoltura dignitosa agli amati. Come possiamo accettare che gli altri vengano lasciati indietro?». 

Pensano ai genitori di Hadar Goldin: ucciso negli ultimi momenti dei 34 giorni di guerra tra Israele e Hamas nell’estate del 2014, il suo cadavere è ancora tenuto dai jihadisti ed è il venticinquesimo previsto dall’intesa. I resti di Oron Shaul, anche lui ucciso in quel conflitto, erano stati riportati al di là del confine dalle truppe a gennaio.

14 ottobre 2025

14 ottobre 2025

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