
L’esclusione dalla Fiera del Levante delle imprese israeliane non pone soltanto riflessioni di natura politica ma apre anche un delicato fronte di legittimità costituzionale. L’eurodeputato di FdI, Michele Picaro, ha inviato una nota al sindaco di Bari e ai consiglieri comunali che, a fine maggio, hanno approvato l’ordine del giorno sulla «sospensione dei rapporti commerciali con Israele», affinché tornino sui loro passi.
«La Fiera del Levante – spiega Picaro – non deve essere al centro di dinamiche che nulla hanno a che fare con il proprio ruolo».
La riflessione coinvolge in senso ampio politici e studiosi, molti dei quali si appellano ai principi di eguaglianza e non discriminazione e ai principi che tutelano la libertà dell’iniziativa economica privata nell’accesso al mercato.
Anche Raffaele Guido Rodio, costituzionalista dell’università di Bari, rileva dei conflitti di competenze nelle decisioni assunte dalla Regione prima e dal Comune di Bari e Fiera del Levante poi, in merito all’interruzione dei rapporti commerciali con Israele.
Professor Rodio, qual è la sua valutazione sulla vicenda?
«Le Regioni e i Comuni, al di fuori dell’ordinamento nazionale, non hanno alcuna competenza in materia di politica estera. Non possono confrontarsi con altri Stati, né assumere decisioni che incidano su rapporti internazionali. Per questo la posizione assunta dal Consiglio comunale e, di riflesso, dalla presidenza della Fiera del Levante, pone un problema di legittimità».
Quindi si può dire che quella del Comune e della Regione sia una decisione giuridicamente illegittima?
«A mio avviso sì, perché contrasta con le delimitazioni costituzionali dei poteri di questi enti. Naturalmente, per far valere questa illegittimità occorrerebbe un ricorso davanti al giudice amministrativo».
Professore, il ricorso potrebbe interessare l’approvazione dell’ordine del giorno del Consiglio comunale o soltanto l’atto del Presidente della Fiera?
«Per quello che ho compreso, il Consiglio comunale ha approvato un ordine del giorno in virtù del quale la Fiera del Levante ha poi scelto di estromettere dall’evento le aziende israeliane. Stando così le cose, vi sarebbero profili di illegittimità sia nell’atto del Consiglio comunale sia nell’operato della Fiera del Levante».
E chi potrebbe sollevare questa eccezione di illegittimità? Un cittadino barese qualunque?
«No. Occorre dimostrare un interesse concreto e diretto per proporre ricorso. Non credo che un cittadino di Bari, senza un legame con la vicenda, possa agire. Sarebbe invece legittimato un soggetto direttamente colpito, per esempio un’impresa israeliana o un operatore economico che possa dolersi dell’esclusione davanti al giudice amministrativo».
In questi giorni si è parlato anche delle dichiarazioni del giornalista Nicola Porro, che invitava i cittadini a denunciare il sindaco. Come valuta questo aspetto?
«Ho letto le dichiarazioni. Porro parlava appunto della possibilità di sollevare la questione in sede giurisdizionale. Ma, ripeto, per agire davanti a un giudice – che in questo caso non può che essere quello amministrativo – occorre avere legittimazione. E la legittimazione non spetta a chiunque in generale, ma solo a chi può dimostrare la lesione di un interesse proprio».
In conclusione, professore, siamo di fronte a un problema politico o giuridico?
«Direi soprattutto a un problema di natura processuale. Politicamente la vicenda ha già prodotto polemiche, ma sul piano giuridico il punto centrale è stabilire chi abbia la legittimazione ad agire. Senza questo passaggio, anche l’eventuale profilo di illegittimità rimane privo di conseguenze concrete».
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21 agosto 2025 ( modifica il 21 agosto 2025 | 08:07)
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