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Inter, l’ultima occasione mancata di una stagione indecifrabile. Chivu sbaglia a rimandare la rivoluzione

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L’Inter chiude a quota 63 (partite) la stagione meno decifrabile della sua storia recente, 5 competizioni senza il premio di un trofeo sul piatto negativo della bilancia, una montagna di denaro guadagnato e alcuni ricordi memorabili (Barcellona, soprattutto) su quello positivo. Era difficile che il Mondiale per club producesse in extremis la consolazione di un titolo, troppo complicate le condizioni di partenza, però il traguardo richiesto per promuovere questo supplemento di stagione era il raggiungimento dei quarti, alla portata di un’Inter appena normale, perché il Fluminense non è niente di che, e nel finale si è visto con le grandi occasioni di Lautaro. Ma con mezza squadra già rientrata in Italia per acciacchi non guaribili nel tempo di torneo che rimane, e molti senatori (Thuram per esempio) in campo per spaventare i brasiliani armati solo del loro nome, Christian Chivu avrebbe fatto bene a dimenticare le gerarchie, giocandosi fin dall’inizio le forze fresche a disposizione.

Gambe pesanti, caldo e quel regalo grottesco in avvio

La partita è visibilmente cambiata, spostandosi dalla parte interista, quando sono entrati i nuovi nerazzurri. Una rivoluzione forse non semplice per un allenatore nuovo, che comunque dovrà costruire la sua squadra con largo utilizzo della vecchia guardia. Ma avrebbe dovuto farlo ugualmente perché le condizioni in cui si è giocato ieri hanno appesantito le gambe dell’Inter: un’escursione termica feroce dalla primavera della costa Ovest alla canicola della Carolina del Nord, un campo secco come una savana, una differenza di energia molto percepibile tra le due squadre. Favorito dal vantaggio all’alba del match — un grottesco regalo della difesa italiana, Sommer compreso — il Flu ha giocato per tutta la gara un mordi e fuggi che disturbava la partenza dal basso nerazzurra, ma era capace di ripiegare in fretta per intasare la propria metà del campo. 

L’Inter avanzava come in una palude, guadagnando metri soltanto con i triangoli perché non c’era verso di vincere un contrasto. I cambi hanno riportato il match dalla sua parte, e un po’ di sfortuna sotto forma di legni è innegabile. Ma se da una parte salva l’estate e con lei una corretta programmazione della prossima stagione, dall’altra questo ritorno a casa anticipato avviene in coerenza col resto dell’annata. Non così male da bocciare, ma certo non così bene da promuovere. Dodici mesi fa l’Inter campione ripartì da favorita. Oggi va in vacanza senza certezze sul suo prossimo ruolo.

1 luglio 2025

1 luglio 2025

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