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Insulti e dossier, i veleni del «corvo» nelle stanze di Montecitorio (compreso il Copasir)

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Un «corvo» si è aggirato per Montecitorio. Per settimane, un funzionario della Camera dei deputati dietro di sé ha seminato lunghe missive anonime, insulti e dossieraggi contro diversi colleghi e un politico di primissimo piano. Un giallo spiacevole che da fine luglio agita la presidenza della Camera e i suoi funzionari e che però ha già il suo colpevole che tra pochi giorni conoscerà la sua punizione. Non ci è voluto molto a trovarlo. Lo raccontano il Foglio e Il Messaggero. L’uomo, un nome molto noto tra le stanze di Montecitorio, ha lasciato lettere e faldoni sui banchi dell’Aula ma soprattutto nelle stanze di Palazzo San Macuto, dove hanno sede le commissioni bicamerali, tra cui quella del Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica presieduto dal dem Lorenzo Guerini con la vicepresidenza di Giovanni Donzelli, deputato FdI e capo dell’organizzazione del partito.

Ed è proprio Donzelli, cui viene recapitato un faldone pieno di accuse anonime trovato in Aula, che decide di denunciare tutto all’organismo di controllo interno della Camera. Nelle lettere si leggono insulti e accuse ad altri funzionari parlamentari sulla gestione del Copasir, ma anche allusioni e riferimenti alla vita privata. In quei giorni alla Camera è in corso una selezione per la scelta del nuovo vicesegretario, carica con ampi poteri su organizzazione e nomine, molto ambita tra i dipendenti di Montecitorio.

E però anche le missive destinate a Donzelli contengono parole pesanti e accuse allo stesso deputato FdI che decide di denunciare tutto. Il presidente della Camera Lorenzo Fontana avvia quindi un’indagine interna grazie alla quale si scopre rapidamente chi è l’autore delle lettere. L’auletta del Copasir è infatti videosorvegliata con telecamere a circuito chiuso e solo i parlamentari possono accedervi oltre a qualche loro consigliere che li accompagna.

Facilmente si risale quindi al funzionario che viene subito sospeso. Secondo il Foglio si tratterebbe di Roberto Cerreto, oggi consigliere caposervizio dell’Ufficio Commissioni d’inchiesta, vigilanza e controllo, in passato capo di gabinetto al ministero della Transizione ecologica con Stefano Cingolani e prima ancora al ministero per i Rapporti con il Parlamento con Maria Elena Boschi. In precedenza diversi incarichi alla presidenza del Consiglio nei governi Letta, Renzi, Gentiloni. Nei prossimi giorni è atteso il provvedimento disciplinare che potrebbe tradursi in licenziamento.


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27 settembre 2025 ( modifica il 27 settembre 2025 | 22:53)

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