
Ferrario è Stefano Nazzi, racconta ‘il pranzo di Gubbio’: voto 9
La cronaca nera che ci meritiamo. Mentre sembra che tutti, sui social e in tv, abbiano perso la brocca e preso la pessima abitudine di commentare morti ammazzati come fossero personaggi del più leggero e rinfrescante gossip, Edoardo Ferrario rimette le cose a posto e regala una infallibile parodia di Stefano Nazzi che, nel suo stravolto podcast ‘Indagazioni’, tratta di un caso realmente memorabile, rimasto nel cuore dell’Italia intera: ‘Il pranzo di Gubbio 2022″. Dà l’impressione di essere uno sketch disertato dai Gialappi perché, magari, ‘non abbastanza mainstream’? Sì. Ma, stavolta, peggio per i Gialappi e per il ‘GialappaShow’ – di cui il comedian romano fa parte. Ferrario si riconferma formidabile ricostruendo la vicenda compitissimo (e riproducendo i mitologici audio originali del misfatto). Chiude ricordando ai ristoratori l’urgenza di piazzare più di due bagni nei loro locali e scomoda perfino l’OMS: “L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stabilito che nessuno, di qualunque colore abbia i pantaloni, dovrebbe perdere la m*rda dal c*lo come le oche”. Quanti ricordi, ha ritirato fuori perfino il povero ‘Biscotto’, l’uomo, l’eroe che portava le braghe bianche proprio in quella complessa contingenza. Grazie Edoardo Ferrario, chi dimentica è complice (del pesce avariato).
Tinti sottotono, finora il comedian meno a fuoco: voto 5
Consueta premessa: ‘In&Out’ è uno show di comedian eccellenti, quindi chi ‘sfigura’, non lo fa certo per imperizia o mancanza di talento. Solo, riesce a brillare un po’ meno degli altri. Daniele Tinti, finora, è il membro del cast più fiacco. Nonostante in questa puntata ingaggi una finta tresca, piuttosto divertente, con l’ospite Noemi (a cui ne fanno capitare di tutti i colori, ma lei regge benissimo, essendo così spontaneamente autoironica). Tinti finora sta portando avanti uno sketch, abbastanza ripetitivo, ambientato in uno spogliatoio maschile, dopo la partitella di pallone infrasettimanale. Se in precedenza quelli senza capelli mal sopportavano i ‘colleghi’ con folte chiome, stavolta la gag si basa sul fatto che ‘il calcio sia uno sport di contatto’. Al termine del match, dunque, è perfettamente normale e statisticamente accurato, che uno se ne vada trascinato via in barella, quell’altro con la faccia spaccata e che un terzo perfino deceda in ospedale a causa dei traumi subiti sul campo. Anche il monologo del comedian nato a Roma e cresciuto a L’Aquila, non lo riscatta: ‘Cos’è la vera amicizia se non dirsi l’un l’altro che si hanno i genitali più grossi?’. Un elenco di cliché della stand up ‘scorretta’, capitato purtroppo in un programma dove il resto della ciurma, al gran completo, dimostra un estro immaginifico (e crudele) ben più mordace verso la satira. Sarà per la prossima? Nell’attesa, l’unica certezza è che si possa fare di meglio.
Catuzzi leonessa contro l’ipocrisia social (gay e femminista): 8.5
“I gay sono cattivi, sono perfidi. Non esiste la lobby gay, esiste la mafia gay!”. Entra subito così, in sfondamento, Martina Catuzzi nel suo primo monologo a ‘In&Out’. E fa centro. Nel giro di tre minuti, si inimica l’intero mondo social, a partire dalle ‘femministe’ che ripetono di ‘accettarci così come siamo’ per poi, nella storia successiva, cercare di smarchettare ‘una crema di bellezza per l’ano’ in #adv. Eroica, leonessa! Presto, prende di mira anche ‘Miss Italia’ che ‘vuole tornare in onda nonostante sia morto il santo protettore della vulva: ci manchi, Presidente!’. Ecco, dubitiamo qui intendesse il comunque compianto patron della kermesse Enzo Mirigliani. Eppure il concorso aveva provato a rendersi più appetibile ai tempi moderni, per esempio accettando in gara concorrenti ‘curvy’: “Sì, donne con la 44, praticamente dei Pavarotti! Per loro avevano messo la passerella in cemento armato, anti-sismica, lo scettro di cioccolata, la corona di Burger King e ‘venite a sfilare, megattere! Adesso vogliamo le chiatte!'”. E se Charlize Theron avesse il pene? Inutile mentire, chiunque ci andrebbe lo stesso, se solo potesse. Anche perché ‘Che cosa sarà mai un pene? Soltanto una vagina che ha starnutito!”. Senza sconti, indomabile e brutale: Martina Catuzzi è come dovrebbe essere la verità.
Ferrario e Lundini sono gli Oasis (in eterna riunione per la reunion): voto 8
Noel e Liam Gallagher non vanno d’accordo? Fake news! I due litigiosissimi fratelli non hanno problemi fratricida, ma devono vedersela con il più grosso macigno che Mefisto possa mai decidere di piazzare sulla via della loro reunion: l’ufficio stampa, quelli del management e dei social, dei veri e propri incubi che li stanno tenendo in call da almeno quattordici eternità per organizzare il tour della ‘reunion’, del ritorno sulle scene. Sono Edoardo Ferrario e Valerio Lundini, pur sempre i migliori in campo, a interpretare questi vessatissimi Oasis: fosse per loro, si esibirebbero solo a Manchester perché lì ‘c’abbiamo i colleghi che vogliono venì e so’ rimasti senza biglietto’. Invece, i promoter puntano ai sold out negli stadi del Giappone. “Ve lo dico, stiamo a fa’ una cazz*ata: che ci frega de Tokyo, già c’abbiamo Lecce!”, dice Ferrario-Noel, non riuscendo ad avere ragione. Le vocette stridule che fuoriescono dai computer del duo non lasciano scampo, li costringono perfino a produrre reel verticali per promuovere le date nipponiche (“che in effetti stanno un po’ indietro”). Qui Lundini-Liam esonda: “Aò, non è mica il lavoro nostro questo! Ai Led Zeppelin non hanno mai chiesto di fare video, loro sonano!”. Se non dovessimo mai rivederli insieme sul palco, ora sappiamo come mai. Sketch di punta della trasmissione, chiunque abbia mai vissuto una di quelle infinite, estenuanti e inutili call di lavoro con la collega sprint che tiene lo sfondo ‘Maldive’ non può che empatizzare. Massima solidarietà a questi ‘Gallagher’, after all.
Rapone spara sulla croce rossa e pialla l’amico Cattelan: voto 9
Alessandro Cattelan è appena stato fatto fuori dai palinsesti Rai per la prossima stagione televisiva. E dunque la puntata di ‘In&Out’ con la ferale parodia del suo (fu) late night show ha l’ardire di andare in onda con un tempismo perfetto, da mannaia del boia fin dalla stilettata d’esordio: “Molti hanno provato a fare questo programma. Ma hanno fallito”. ‘Finalmente c’è Rapone’, questo il titolo stravolto ma neanche troppo, è tutto ciò che ‘Stasera c’è Cattelan’ avrebbe voluto essere: scorretto, sarcastico fino a sfociare nella più sorda ferocia e, soprattutto, con il conduttore seduto su uno scranno di metri e metri più in alto rispetto all’ospite di turno. A inaugurare lo sketch, la cantante Noemi a cui, per prima cosa, Stefano Rapone, ‘omaggiando’ Cattelan fin dai colori del completo che indossa, fa presente che non è Giorgia “con quel bel brano che è arrivato sesto. Ah, è vero! La tua a Sanremo è stata una débâcle! Ma canti ancora?!”. Nessuno spazio, come da format originale, per le risposte dell’intervistata, Rapone tira dritto seguendo soltanto l’implacabile suono della propria voce. E costringe Noemi a scegliere chi ‘buttare dalla torre’ in una sfida all’ultimo sangue tra personaggi famosi che arriva presto a coinvolgere perfino gli stessi genitori della sciagurata in un loop infernale e no-sense, davvero squisito, efferatissimo. Mentre auspichiamo che Rai 2 possa farci un pensiero, sottolineiamo un dettaglio: Rapone e Cattelan sono ‘amici’. Il comico è andato spesso ospite nelle trasmissioni dell’ex ‘giovane’ promessa del Servizio Pubblico e gli ha pure aperto svariate date a teatro – insieme a Daniele Tinti. Come la prenderà l’originale, unico e finora inimitabile? Prendiamo i popcorn. Anche perché nessuno, nonostante il nostro prestasse bene il fianco oramai da anni, s’era mai azzardato a fargli il verso. Finalmente, c’è Rapone!
1 luglio 2025
© RIPRODUZIONE RISERVATA