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Indennità, stallo in maggioranza, tre soluzioni al vaglio in Regione. I sindacati: «Bisogna bloccare gli aumenti»

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L’argomento è rimbalzato in ogni confronto fuori dall’Aula per gran parte della giornata. In mattinata, è stato al centro di diversi confronti interni alla maggioranza regionale. Nel pomeriggio, a chiedere aggiornamenti sono stati i capigruppo delle minoranze. Senza però trovare soddisfazione. A fine giornata è rimasta una certezza: l’emendamento alla variazione del bilancio regionale, che secondo le indiscrezioni avrebbe dovuto mettere nero su bianco la proposta targata Svp di revisione della norma sulle indennità dei consiglieri, in Aula non è arrivato. Rimanendo incagliato nei dibattiti esterni al consiglio. «Confronti tesi» ha abbozzato qualcuno. «Nessuna polemica, abbiamo gettato le basi per arrivare a una proposta condivisa» ha corretto il tiro qualcun altro.

L’indennità connessa al rinnovo del contratto

Il tema, in realtà, è stato tirato in ballo in più incontri. In mattinata, la maggioranza ha chiesto infatti una sospensione dei lavori pochi minuti dopo l’avvio della seduta. Programmando prima uno stop di mezz’ora ma chiedendo poi più tempo. Sul tavolo, un punto di partenza: l’aggancio delle indennità dei consiglieri al rinnovo del contratto dei dipendenti regionali — e gli aumenti conseguenti — ha sollevato indignazione e proteste. Di qui la volontà di cambiare, almeno prima del nuovo rinnovo del contratto. Pur con resistenze, nel centrodestra e nel centrosinistra.
Resistenze che ieri nella maggioranza si sono manifestate. Tanto che non si è arrivati a una visione condivisa. 

Le tre strade possibili 

Piuttosto, sono emerse tre possibili strade da seguire, a partire dall’ipotesi zero — ossia dal mantenimento dell’attuale meccanismo — fino all’idea di prevedere un adeguamento dalla firma del contratto, senza arretrati. La terza strategia prevede un adeguamento calibrato sulla media degli aumenti riconosciuti ai dipendenti del comparto pubblico, senza arretrati. Che vedrebbe incrementi alle indennità più bassi degli attuali. «Ne riparleremo» hanno assicurato in maggioranza, prospettando una proposta da agganciare al bilancio di previsione.
Intanto, però, le minoranze spingono. Ieri i capigruppo hanno chiesto una sospensione per avere aggiornamenti sul dibattito interno alla maggioranza. «Ma ci hanno detto che non c’era nulla su cui discutere» ha tuonato Filippo Degasperi (Onda). Che oggi, a mezzogiorno, tornerà in prima commissione con il suo disegno di legge — firmato insieme al Team K — che prevede l’eliminazione di ogni automatismo. E questa volta non vorrà sentire ragioni: a metà settembre, infatti, il presidente della commissione Mirko Bisesti (Lega) aveva proposto il rinvio dell’esame del provvedimento in attesa proprio di avere «altri contributi di modifica» da parte della maggioranza. Che evidentemente non sono arrivati.

Il rinvio in attesa delle modifiche

«Questa situazione — commenta Degasperi — svela l’ipocrisia di questa maggioranza. È dal 2014 che conosciamo le proposte di Kompatscher e dei suoi: periodicamente trovano soluzioni che poi rinnegano». Ma il problema, secondo Onda, rimane l’automatismo, che va tolto. «Se fossero realmente interessati alla questione — rilancia il consigliere di Onda — approverebbero il mio disegno di legge, in modo da fare tabula rasa e non dover correre in vista del rinnovo del contratto dei dipendenti regionali. Per poi trovare una soluzione con più calma. Non lo fanno: vuol dire che il tema non è sentito».
Intanto, a tornare a chiedere un cambio di rotta sono i sindacati. «Gli aumenti fuori scala dei consiglieri regionali vanno bloccati subito. E va trovato in tempi brevi un meccanismo di calcolo che garantisca equità e misura. Criteri che l’attuale sistema non è in grado di assicurare» è il monito dei segretari di Cgil, Cisl e Uil Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Largher. «Non è più tempo — aggiungono — di giocare al gatto e al topo. In modo responsabile il consiglio metta mano all’attuale meccanismo, dimostrando di voler affrontare la questione in modo trasparente senza rinvii strategici, calcoli fantasiosi e scorciatoie».


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16 ottobre 2025 ( modifica il 16 ottobre 2025 | 17:41)

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