Vietare per 6 mesi all’indagata Tod’s di fare pubblicità dei prodotti, misura interdittiva per arginare «la cecità intenzionale di Tod’s» sullo «sfruttamento di manodopera in stato di bisogno», come 53 cinesi in 6 opifici di fornitori e subfornitori ispezionati dai carabinieri del Nucleo Tutela Lavoro tra il 15 ottobre 2024 e il 27 maggio 2025 a Milano, Vigevano e Macerata. All’Ufficio Gip di Milano, che deciderà nell’udienza notificata per il 3 dicembre al non indagato legale rappresentante Diego Della Valle dal gip Domenico Santoro, lo ha chiesto il 29 ottobre la Procura dopo aver acquisito «i significativi risultati» degli audit commissionati in passato da Tod’s al suo certificatore «Veritas Bureau», e poi però ignorati da Tod’s nonostante le «rimarcate gravi violazioni» su «15 fornitori nel 2023, 24 nel 2024, 28 nel 2025».
Paghe basse, dormitori in azienda, sicurezza carente
La sera del 23 ottobre il certificatore Stefano Giusti ha testimoniato anche su fornitori diretti di Tod’s, quali Wang Junji a Monte San Giusto (Macerata): ad esempio i rilievi dell’audit del 13 dicembre 2023, presenti ancora nell’audit del 15 maggio 2024, e trovati immutati dai carabinieri il 10 febbraio 2025. Dagli audit, e da microstorie di operai ignoti alle cronache (come il cinese che nel maggio 2025 denuncia e fa arrestare il patron di un opificio subfornitore di Tod’s, Clover Moda srl a Baranzate, che l’aveva picchiato solo perché reclamava la propria mercede), la Procura ricava paghe sotto metà dei 10 euro lordi contrattuali, dispositivi di sicurezza rimossi dalle macchine, dormitori dove i padroncini per quell’insalubre vitto e alloggio trattenevano una quota di stipendio.
L’azienda ora è indagata per caporalato
Perciò la Procura non si limita più (come il 9 dicembre 2024) a chiedere alla Sezione Misure di Prevenzione l’amministrazione giudiziaria dell’allora non indagata Tod’s, i cui «inadeguati modelli organizzativi» avrebbero «colposamente agevolato» lo sfruttamento di operai praticato a sua insaputa da subappaltatori (richiesta di amministrazione giudiziaria che verrà valutata dal Tribunale di Ancona, dopo che oggi, giovedì 20 novembre, la Cassazione, sposando il parere del pg Luigi Birritteri e la difesa dell’avvocato Gianluca Tognozzi, ha rigettato il ricorso del pm Paolo Storari contro la competenza appunto di Ancona, anziché di Milano, individuata nei mesi scorsi da Tribunale e Appello milanesi). Ma passa a contestare a Tod’s il dolo. E cioè ne indaga per caporalato la persona giuridica in base alla legge 231/2001 sulla responsabilità amministrativa degli enti per reati commessi dai dirigenti nell’interesse aziendale.
I manager indagati dalla Procura
Indagati sono i manager destinatari degli audit: Simone Bernardini, Mirko Bartolini e Vittorio Mancini. Da Tod’s, interpellata, ieri, mercoledì 19 novembre, nessun commento. «Noi non siamo quelle porcheriole, mettere in discussione con leggerezza il made in Italy crea danni enormi, questa mancanza di rispetto per la nostra reputazione è una vergogna», aveva reagito Della Valle agli esordi dell’inchiesta, «la gente come il procuratore Paolo Storari deve pensare che non si può mettere alla berlina la reputazione di persone come noi».
I manager indagati dalla Procura
Indagati sono i manager destinatari degli audit: Simone Bernardini, Mirko Bartolini e Vittorio Mancini. Da Tod’s, interpellata, ieri, mercoledì 19 novembre, nessun commento. «Noi non siamo quelle porcheriole, mettere in discussione con leggerezza il made in Italy crea danni enormi, questa mancanza di rispetto per la nostra reputazione è una vergogna», aveva reagito Della Valle agli esordi dell’inchiesta, «la gente come il procuratore Paolo Storari deve pensare che non si può mettere alla berlina la reputazione di persone come noi».
LEGGI ANCHE


20 novembre 2025 ( modifica il 20 novembre 2025 | 11:30)
© RIPRODUZIONE RISERVATA



