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In Italia messi a dimora oltre 3 milioni di alberi nel 2024: + 31% in un anno

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Oltre 3 milioni di alberi messi a dimora nel 2024* in Italia, coprendo quasi 4mila ettari di terreno, per un valore economico stimato in più di 20 milioni di euro all’anno in servizi eco-sistemici. Una spinta importante che arriva soprattutto dai rimboschimenti nelle Città metropolitane, vero motore del rinnovamento verde secondo il rapporto «Atlante delle Foreste» realizzato da Legambiente e AzzeroCO2. A guidare la classifica è il Trentino-Alto Adige con oltre 748mila nuove piante, seguito da Basilicata e Veneto. Tali Regioni hanno raggiunto il risultato con strategie diverse: grazie a finanziamenti provinciali e comunali, impiegando ancora le risorse del Programma di Sviluppo Rurale (PSR) 2014-2022. Il Sud vede un impatto rilevante soprattutto nelle città di Messina (357.612 piante messe a dimora) e Roma (265.501), seguite da Reggio Calabria, Cagliari e Napoli. Molte Regioni – come l’Abruzzo – non hanno, invece, avviato nuovi impianti con fondi propri nel 2024, attendendo l’attivazione dei nuovi piani regionali di finanziamento. 

Il dato “pari a zero” registrato per alcune città non indica necessariamente inattività, ma riflette lo stato di avanzamento specifico di ogni piano di forestazione: è il caso di Venezia, che ha raggiunto i suoi obiettivi già nel 2022, o di Bari e Torino, che avevano rendicontato il completamento dei progetti nel 2023. Per altre, come Catania e Palermo, si presume che i progetti siano ancora nella fase di coltivazione delle piante in vivaio, non avendo comunicato nuove piantagioni né per il 2024 né per gli anni precedenti. Infine, città come Bologna, Firenze e Milano non figurano nell’indagine in quanto non avevano richiesto o ottenuto finanziamenti dal primo bando Pnrr del 2022.

In Italia messi a dimora oltre 3 milioni di alberi nel 2024: + 31% in un anno

Lo studio si è basato sull’analisi di circa 294 progetti distribuiti in aree urbane ed extraurbane: nonostante il bilancio totale positivo, l’analisi mette in luce come si sia ridotto sensibilmente il contributo diretto delle aziende, che hanno scelto di diversificare le proprie strategie. «Le imprese proseguono sulla strada della sostenibilità superando però l’approccio focalizzato su un singolo tipo di intervento per adottare piani più ampi e integrati, che includono ad esempio azioni di tutela e ripristino degli ecosistemi», spiega Sandro Scollato, amministratore delegato di AzzeroCO2. «La domanda che ci viene posta oggi dalle imprese non è più soltanto “quanti alberi piantiamo?”, ma “come possiamo creare valore per il territorio?”. Così si moltiplicano progetti di rigenerazione ambientale e di promozione della biodiversità che, pur riducendo il numero di alberi messi a dimora, hanno un altissimo valore ecologico e sociale». 

L’analisi dell’Atlante va oltre il semplice conteggio degli alberi e traduce in valore economico i molteplici benefici (servizi ecosistemici) generati dalle nuove infrastrutture verdi. Tra i più rilevanti quello inerente la mitigazione di eventi climatici estremi e la regolazione della qualità dell’aria e del suolo il cui valore è stimato in 2.202,9 euro per ettaro all’anno. Tra le voci di rilievo si considera anche il valore socio-culturale, che include l’impatto positivo sul turismo e le attività ricreative, stimato in 639,2 euro per ettaro all’anno. Altra componente importante è il «valore di lascito», la garanzia, cioè di consegnare alle generazioni future ecosistemi sani e ricchi di biodiversità, stimata in 2.342,5 euro per ettaro ogni anno. 

In Italia messi a dimora oltre 3 milioni di alberi nel 2024: + 31% in un anno

L’Atlante dedica anche un capitolo approfondito alle tecniche per ridurre i rischi di mortalità delle giovani piante. La crisi climatica, con la siccità e le ondate di calore, sta infatti mettendo a rischio i nuovi progetti. Per evitare che un investimento si trasformi in uno spreco di risorse, è necessario un approccio che va ben oltre la messa a dimora. Come indicato nello studio, va iniziato molto prima, con una pianificazione attenta che include l’analisi del suolo e del clima per scegliere le specie più adatte, prosegue con la preparazione del sito per favorire lo sviluppo delle piante e si conclude con un piano di manutenzione. Queste cure post-impianto sono decisive e includono interventi come le irrigazioni di soccorso nei periodi di siccità o gli sfalci periodici per controllare le erbe infestanti.
Solo in questo modo i progetti di forestazione potranno realmente diventare un investimento duraturo capace di fornire benefici ecologici, economici e paesaggistici alla collettività.

«La messa a dimora di alberi è un intervento strategico per un futuro più sostenibile a beneficio dei nostri territori, perché ogni singolo albero in più contribuisce a mitigare il cambiamento climatico, migliora la qualità dell’aria, tutela il suolo e rende le città più belle e vivibili. Affinché i benefici che derivano dalle nuove alberature siano duraturi, c’è bisogno di un approccio lungimirante: non basta infatti piantare ma è fondamentale progettare, scegliendo le specie adatte al contesto e garantendo la loro manutenzione nel tempo. Solo in questa maniera la forestazione urbana può affermarsi come una vera infrastruttura verde, generando valore ambientale, sociale ed economico per le comunità», chiarisce il direttore generale di Legambiente, Giorgio Zampetti, ricordando la storica campagna «Festa dell’Albero», in programma dal 21 al 23 novembre, con decine di iniziative in tutta Italia. 

* In continuità con le indagini precedenti, il 2024 va a comprendere anche gli interventi realizzati entro il mese di marzo 2025, considerato termine ultimo per la messa a dimora delle piante nella stagione vegetativa idonea (da ottobre a marzo).

In Italia messi a dimora oltre 3 milioni di alberi nel 2024: + 31% in un anno

3 novembre 2025 ( modifica il 3 novembre 2025 | 12:03)

3 novembre 2025 ( modifica il 3 novembre 2025 | 12:03)

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