Home / Economia / In Italia crescere un figlio costa in media 156 mila euro (+12% rispetto a soli tre anni fa): il report

In Italia crescere un figlio costa in media 156 mila euro (+12% rispetto a soli tre anni fa): il report

//?#

In un’Italia in forte crisi demografica – appena 370 mila nuovi nati nel 2024 per un tasso di fecondità giunto al minimo storico di 1,18 figli per donna –, l’abbattimento dei costi necessari a crescere un bambino costituirebbe un ottimo incentivo per invertire la tendenza. Tale cifra è però già cresciuta del 12% rispetto al 2022, ancor più dell’inflazione (+9%). Lo rende noto Moneyfarm, società digitale specializzata in consulenza finanziaria, specificando come le famiglie siano oggi chiamate a destinare ai propri primogeniti da 0 a 18 anni una spesa media complessiva di circa 156 mila euro: oltre 700 al mese. Più nel dettaglio, picchi fino a oltre quota 200 mila sono stati registrati nelle grandi città come Roma e Milano, dove mantenere un minore richiede perciò spesso quasi un terzo delle entrate dei genitori.

Le maggiori voci di spesa

Al netto dei circa 5 mila euro che secondo l’indagine le mamme e i papà devono mettere in conto di erogare già prima del parto per visite mediche, ecografie, corsi e corredo del neonato, le somme aumentano con l’età. Se infatti per coprire l’intero periodo da 0 a 3 anni oscillano tra 11.700 i 27 mila euro, poi salgono progressivamente fino a raggiungere una media di ben 11.450 all’anno tra i 15 e i 18. A incidere durante l’adolescenza, soprattutto voci come istruzione e supporto scolastico, prodotti tecnologici, attività nel tempo libero, viaggi studio e abbigliamento. Ma va da sé che l’esborso principale sia sempre quello legato all’alimentazione: fino a 40.600 euro dalla nascita alla maggiore età (quasi 6 mila in più rispetto a tre anni fa). 

Sullo stesso argomento

Cosa (non) cambia dopo il primogenito

Non molto dissimile la situazione relativa alle famiglie numerose. Il motivo? Solo nei primi anni di vita dei figli minori è solitamente possibile risparmiare qualcosa (per esempio riutilizzando vestiti o passeggini oppure condividendo beni o servizi come giocattoli e baby sitter). Poi però la stragrande maggioranza dei costi resta individuale. Risultato: il peso sul bilancio familiare di ogni fratellino o sorellina arriva comunque al 70-80% di quello determinato dal primogenito. Stando così le cose, non stupisce come l’Istat preveda un’ulteriore contrazione delle coppie con figli da qui al 2050: da 7,6 milioni (il 28,6% del totale) a 5,7 milioni (21,4%). 

L’importanza della pianificazione

«In Italia avere un figlio comporta una spesa notevole che, al di là di forme di sostegno parziali, ricade quasi interamente sulle famiglie – ha dichiarato a commento dei risultati del report Davide Cominardi, Investment Consultant Manager di Moneyfarm –. È quindi una scelta che merita di essere pianificata con cura allocando al meglio le risorse». In che modo? Anzitutto definendo «obiettivi concreti» e identificando «gli strumenti di investimento più adatti alle proprie esigenze», eventualmente con il supporto di un consulente specializzato. D’altronde – fa notare sempre Cominardi – in gioco c’è qualcosa di fondamentale: «Rispondere in modo efficace ai bisogni del bambino e garantire l’equilibrio economico dell’intero nucleo familiare». 

Nuova app L’Economia. News, approfondimenti e l’assistente virtuale al tuo servizio.


Nuova app L’Economia. News, approfondimenti e l’assistente virtuale al tuo servizio.

26 settembre 2025

26 settembre 2025

Fonte Originale