
Nonostante un quadro generale che riconoscono come complessivamente positivo, i segretari di Cgil, Cisl e Uil — Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Largher — esprimono preoccupazione per il calo occupazionale della manifattura, l’aumento dei contratti a termine, nonché l’aumento delle ore di cassa integrazione, sulla base dei dati del primo semestre 2025 pubblicati dal Rapporto sull’occupazione. «La tenuta dell’occupazione nel manifatturiero è a rischio. Perdere attivazioni nell’industria vuol dire ridurre l’occupazione di qualità, con buone retribuzioni, stabili e anche con una componente significativa di professionalità» sottolineano i sindacati, che hanno colto positivamente l’annuncio della Provincia di avviare un Piano straordinario per l’Industria, con l’auspicio «che oltre l’annuncio ci siano anche strategie e risorse concrete che vanno definite rapidamente». Desta allarme tra i sindacati anche l’aumento dei contratti a termine, con una percentuale superiore alle regioni vicine e con una maggiore incidenza sui giovani: «Il contrasto alla precarietà lavorativa, soprattutto tra i giovani, deve essere una priorità delle politiche attive. In particolare con misure di incentivo che premino chi offre un’occupazione stabile».
L’occupazione femminile
Per quello che concerne il lavoro femminile, viene accolto di buon grado il dato sulla crescita dell’occupazione, ma con la speranza di un ulteriore miglioramento: «C’è una potenzialità importante che va valorizzata con misure conciliative e di stabilizzazione lavorativa, che aiutino le donne a restare sul mercato del lavoro, anche dopo aver creato una famiglia». Infine un passaggio sul dato dei 2.200 lavoratori che non hanno contratti firmati dai sindacati confederali. «Vuol dire che 550 aziende applicano accordi contrattuali al ribasso, che riducono retribuzioni e diritti. È un dato inaccettabile che va contrastato con determinazione, agendo anche sulla leva delle misure pubbliche di sostegno alle imprese e sugli appalti pubblici. I soldi pubblici non possono sostenere imprese che riducono salari e diritti».
La Confcommercio
Sul report è intervenuto anche Marco Fontanari, vicepresidente di Confcommercio: «Guardiamo a questi dati con fiducia, ma anche con realismo: per consolidare questa traiettoria positiva serve uno sforzo comune tra istituzioni, sistema formativo, imprese e rappresentanza dei lavoratori. E ci aspettiamo che la manovra di bilancio nazionale lasci qualcosa in più nelle tasche dei lavoratori: sarebbe un segnale importante per sostenere i consumi e rafforzare quella crescita che oggi i numeri, finalmente, raccontano».
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19 novembre 2025 ( modifica il 19 novembre 2025 | 18:11)
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